Doveva essere una giornata da ricordare in eterno e così sarà per me, a prescindere dal pessimo risultato del parquet. L’Oscar Day è andato in archivio con le emozioni forti che solo un simile uomo riesce a suscitare nell’animo dei casertani; vecchi, signori, giovani e bambini si sono uniti in un fortissimo abbraccio verso Mao Santa che, stavolta, è apparso più agguerrito che mai. Le sue dichiarazioni sul tradimento del 1990 hanno fatto il giro del mondo ed è inutile ricordarle. Oscar ha tenuto questa rabbia dentro per 26 anni ed ora è esplosa. E’ esplosa insieme all’amore che ha per la gente di Caserta e questo nessun scudetto potrà mai cambiarlo. In campo, però, non è stato uno spettacolo all’altezza di cotanto ospite d’onore. Una partita pessima, la giusta sconfitta e qualche scricchiolio alla porta. Se dopo Torino avevo derubricato la sconfitta come ‘incidente di percorso’, quella con Pesaro ha fatto suonare il campanello.
HA PERSO DELL’AGNELLO. Lo scorso anno, in totale e costante emergenza, Sandrokan si era inventato delle vere magate per portare a casa una miracolosa salvezza. Ogni settimana, col roster decimato, piazzava in campo quella mossa a sorpresa capace di sparigliare le carte. Domenica ha sbagliato diverse scelte e, con molta onestà, si è preso le colpe della sconfitta. Visti i problemi con la zona, perché non mettere Jackson? Perché, visto che non si teneva più un singolo accoppiamento, non cambiare l’inerzia con una zonettta? Perché non trovare un’alternativa al ‘palla a Sosa e speriamo bene’? Capita la giornata storta a tutti. Ok Bostic si è fatto nuovamente male, ok Czyz è in un momento pessimo, ma si doveva fare molto meglio.
HA PERSO LA SOCIETA’. Nel senso che la ‘giornata bianconera’ non si è rivelata una mossa vincente. Io ero tra quelli, e lo sono ancora, che hanno sposato questa decisione: arriva Oscar, mi aspetto il pienone e, giustamente, cerco di battere ‘cassa’ in tempi di magra. La risposta del pubblico è stata deludente, inutile girarci intorno. Al Palamaggiò erano 3528 spettatori: pochi, veramente pochi.
HA PERSO CASERTA. Leggi sopra: 3528 spettatori per un ritorno atteso da 13 anni sono dannatamente troppo pochi. E non tiene, per me, la scusa della ‘giornata bianconera’. Si vede che sono costoro, tolti gli emigranti e chi domenica mattina lavorava, coloro che veramente amano Oscar. E, poi, scansata la buona pace di pochi valorosi, ma il silenzio del palazzetto è stato assordante. A volte, dalla mia postazione in piccionaia, riuscivo a sentire le parole di Dell’Agnello. Scherziamo? A fine gara il grande collega pesarese Bedinotti mi ha detto: “In altri tempi, a 2’ dalla fine la vinceva il pubblico”. Game, set, match.
VERITA’. La Juve è ancora pienamente in corsa per le Final Eight, due sconfitte di fila non cancellano quanto di eccelso fatto finora e la classifica è sempre positiva. Ok, ma tutto il contorno va migliorato. Di fatto, domenica mattina, ha vinto solamente Oscar.