Oscar senza peli sulla lingua racconta la sua storia



Un momento della conferenza al Palamaggiò

Ha parlato Oscar, ha parlato alla stampa nel pomeriggio alla sala clinic del Palamaggiò. Ecco il suo pensiero: Sono stati dei giorni incredibili, è stato bello avere la cittadinanza casertana e l’Hall of Fame italiano. Sono molto felice ma il vero motivo è per battezzare la nipote di Mario Basile, la figlia del mio figlioccio Andrea. Tutto questo è colpa di Felipce che ha scritto su Facebook che venivamo, questa cosa capiterà più spesso perché ho una famiglia qui ed è la famiglia Basile”.

Come hai trovato Caserta?



“La città è migliorata, l’ho trovata più bella. Il Palamaggiò mi sembra migliore ed ho scoperto cose nuove. Guardando dove vivevo mi sembra più larga, adesso passandoci mi sembra più piccola. Adesso sono casertano ufficialmente con timbro e firma”.

La tua venuta ha smosso il basket italiano: “Non pensavo sarebbe successo e sono contento di tutto questo. Il tempo è galantuomo, mette tutto a posto sia le belle che brutte. Da qui mi hanno mandato via, mannaggia; perché non si poteva vincere con me e non mi sento quello scudetto addosso. Io non l’ho vinto, mi hanno mandato via, sono apparso come la parte nera di questa squadra. Se c’era il presidente Maggiò col cxxxx che mi mandavano via. Io volevo tanto quello scudetto. Io sono stato silenzio col mio amico Chicao alla tomba di Maggiò non come gli altri con le telecamere. Prima di venire qui giocavo nel Sirio partivamo con 90 punti visti i tre che eravamo; se non puoi vincere con me era perché dovevi allenarti di più, la Juve ha vinto perché Nando ha messo quelle tre bombe”.

Quella sera ad Indianapolis? “Ha cambiato la storia del basket, la vittoria più bella della mia vita e che ha cambiato tutto. Il Brasile era su tutti i giornali americani”.

Quanto brucia quella finale di Coppa Coppe? “Il Real mi chiese di andare là, avevo il contratto firmato e dovevo stare dall’altra parte della finale. Questa volta sono solo e dico tutto quello che penso”.

Come mai non hai vinto così tanto con la Juve?

“Nando e Enzo erano giovani e sbagliavano come i giovani, in quel periodo Caserta non era considerata da nessuno, ci hanno scippato tante volte. Nella mia espulsione nella finale con Milano. Le ragioni sono diverse ed è dura parlare dopo un furto. Il nome di Caserta è stato portato alle Olimpiadi grazie a me”.

Cos’è Tanjevic per te? “E’ un fenomeno vero. Quella frase ‘prendimi quell’uomo che piange e segna’ resta nella storia”.


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