Antonio Farina è stato il primo presidente della Casertana a credere in Giuseppe Materazzi. Fu lui a dargli le redini della guida della prima squadra nel campionato del 1986-1987. Lo abbiamo intervistato e chiesto cosa ne pensasse. Dopo toccò ad Enzo Cuccaro richiamarlo alla guida dei falchetti.
“Un uomo di sport autentico. Amava il campo di calcio, era sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Spesso gli ho visto sistemare personalmente gli attrezzi di allenamento. Seguiva anche tantissimo il campionato Allievi della Casertana. Ha sempre considerato i rossoblù la sua seconda famiglia. Ricordo che come secondo aveva al suo fianco Peppe Papadopulo, anch’egli in seguito si è seduto su panchine importanti. Ricordo che spesso Papadopulo mi chiedeva quando sarebbe diventato lui stesso primo allenatore. Ed io rispondevo non posso mandare via Materazzi, ma tu sicuramente avrai un grosso futuro. Il figlio di Beppe Materazzi, campione del mondo nel 2006, faceva parte della rosa degli Allievi rossoblù”.
Quindi i Materazzi sono partiti da Caserta. Si ricorda se il tecnico volesse da lei qualche calciatore a tutti i costi?
“Puntava molto su Walter Casaroli, giocatore della Roma che subì un grave infortunio e che proprio da qui riprese l’attività professionistica. Lo riabilitammo e disputò un grande campionato qui con noi.
Vuole mandare un messaggio al tecnico da lei lanciato?
“Gli posso solo dire che sono stato entusiasta nell’apprendere che sarebbe ritornato a Caserta. La sua esperienza non potrà che fare bene alla società, se questi uomini di sport accettano di ritornare a Caserta dopo trent’anni, significa che il calcio all’ombra della Reggia non ha perso il suo fascino. Lo riabbraccerò sicuramente con affetto se ci sarà l’occasione. Spero che riporti Caserta ai fasti di un tempo”.
Dopo Farina non poteva che essere Enzo Cuccaro, l’ultimo presidente a portare la Casertana in Serie B, a portare all’ombra della Reggia il tecnico Materazzi.
“Una persona perbene prima di tutto. Competente come pochi di calcio e profondo conoscitore di sport. Negli anni ha dimostrato più volte il suo attaccamento alla città di Caserta. Un amico che mi onoro di aver portato qui durante gli anni della mia presidenza. Lui e Lombardi sono i tecnici che porto sempre nel mio cuore”.
Che ricordi ha di quando lo chiamò alla guida della Casertana? “Quando gli chiesi di venire a Caserta, eravamo ultimi in classifica. Mandai via Lombardi con tanto dispiacere, ci aveva portati in Serie B ma vi era bisogno di una scossa. Scelsi Beppe perchè sapevo le sue doti di navigatore esperto. La prima cosa che volle fare dopo aver accettato la scommessa, fu di andare a vedere la Primavera dalla quale scelse Bocchino, D’Antò, Delfinoed altri che aggregò alla prima squadra. Nella prima partita andammo a Bologna e vincemmo per 3 a 2 e fece esordire anche Bocchino. Il Bologna era una formazione costruita per andare in A, noi andammo a giocarci quella partita mettendo ai margini alcuni senatori, tra i quali anche Marco Serra. Quando mi presentati dopo la gara in sala stampa, mi ricordo che i giornalisti si alzarono in piedi e mi tributarono un applauso, perchè loro con i vari Stringara e diversi altri grandi calciatori erano stati messi alla gogna da un manipolo di ragazzini. Cerbone disputò una delle sue gare più belle. In pochissimo tempo Materazzi riordinò la squadra, fece capire a tutti che non gli interessava assolutamente il nome ed il curriculum del calciatore, voleva uomini disposti a lottare. Retrocedemmo in quel campionato dopo lo spareggio di Ascoli, ma se si va indietro nel tempo non ci sono stati campionati con una media punti salvezza così alta.
La sua venuta a Caserta nella veste di dirigente, sicuramente darà il suo contributo, che conoscendolo sarà sicuramente importante”.
Il suo messaggio a Beppe Materazzi.
“Un grande in bocca al lupo al tecnico ed un abbraccio all’amico Materazzi”.
Spera di rincontrarlo?
“Si, ma al di fuori dell’aspetto sportivo, ma se dovesse capitare di farlo allo stadio lo abbraccerò sicuramente come merita una persona perbene come lui”.
Enzo Di Nuzzo