Le attenti riflessioni degli amici di Libero pensiero Bianconero dopo la vittoria su Capo d’Orlando della Juvecaserta. Tutta da leggere e da gustare.
«Gancio destro…»
«Montante...»
«Ma che fanno: tenete la guardia alta…»
«Gancio sinistro, scarica di uno/due montanti al mento…»
«Ma che stanno combinando? Stanno perdendo...»
«No, stanno vincendo. Stanno vincendo, vedrai…»
Nessuno può negarlo ora: Orlandina vs Juvecaserta “orgoglio di essere meridionali…” Guai a chi osa dire il contrario.
E’ stata l’occasione per celebrare entrambe le squadre in campo, evento molto raro. La sfida tra le due squadre che esprimono il basket più avvincente. Milano e Reggio a parte, s’intende. Una sfida sofferta, sudatissima, ma si sapeva. E nella ripresa dalla pausa tea, ne abbiamo avuto piena contezza.
Senza dubbio: il terzo “round” l’hanno vinto malamente i siciliani. In quel momento, solo il “fuoco amico” -il ‘tecnico’ sanzionato a sirena scaduta- poteva spostare l’inerzia del match, riportandola nelle mani di chi l’aveva controllata sin dall’inizio. Ma si sa: le partite si vincono anche coi nervi, e con un po’ di cazzimma. E l’altra sera, la Pasta Reggia, ha tirato fuori le unghie proprio nel momento più delicato. Per il resto, è stata una lotta ad armi pari. O quasi. Anzi, alla Orlandina, saremmo propensi a dare un punto in più.
Un punto in più perché… in trasferta; per la concentrazione in campo. Un punto in più per l’amalgama tra i giocatori, per aver assemblato un roster “scommettendo” (perciò lo sponsor è Betaland) su interessanti prospetti (Stojanovic e Perl). Per aver puntato sulla “tradizione”: l’asse play-pivot, Fitipaldo-Delas, un meccanismo perfetto. Per aver dato spazio ad un atleta venuto dalla Lega Due: Iannuzzi. Insomma un allestimento che ha saputo guardare oltre l’orizzonte a stelle e strisce, intercettando talenti come Delas e Tepic: in due, ben 14 carambole arpionate (la metà del totale). Passando per la forte ala piccola Archie, americana quest’ultima. E scusate il gioco di parole: forte ala piccola.
Nessuna Rotta di Roncisvalle, dunque; nessuna Durlindana spezzata; nessun Gano di Maganza a pugnalare alle spalle. Nonostante la sconfitta -complice la pioggia di bombe finali, del duo “italian snipers” Cinciarini Giuri– la squadra di Sindoni e Gennaro Di Carlo, esce a testa alta e con più motivazioni che delusioni.
Noi, d’altra parte, avevamo un Sosa in più ed un Mitchell Watt versione super tutto, mvp del match. Ma la differenza l’hanno fatta gli italiani. ‘RIS’ e ‘balistica’ confermano. Ed è sempre una buona notizia.
Dicevamo: la “doppia” vittoria di Caserta. Sì: Caserta vince sul campo, però vince anche giù nello Stretto, sulla panchina siciliana. Perché Gennaro Di Carlo è un’eccellenza casertana, punto. Ed è a lui che dedichiamo il “bicchiere mezzo pieno” di Sandrokan: a lui quell’ultimo sorso di Marsala.
Carmine Covino e Modestino Ardito