AVERSA/SANTA MARIA CAPUA VETERE – Per tanti anni è stato l’usato sicuro: la sicurezza di avere a proprio favore un vincente. Scegliere lui per allenare le proprie squadre significava partire con qualche punto di vantaggio, senza che ancora si scendesse in campo. Per carisma, maliziosità e competenza calcistica, la sua figura viene tuttora apprezzata tra quanti vivono con la propria pelle il calcio campano, qualsiasi sia la sua interfaccia, dal Napoli in Serie A fino alle categorie del cosiddetto calcio minore. In passato sia Aversa che Gladiator hanno consegnato le chiavi della squadra a Carmine Tascone, il quale ha ripagato vincendo campionati ed ottenendo soddisfazioni indimenticabili.
VINCENTE. Decano del calcio in Campania, l’allenatore, che il prossimo 22 marzo compie la bellezza di ottanta anni, è l’unico che è riuscito a vincere in entrambe le piazze: “Aver lasciato il segno nella storia di due blasonati sodalizi campano mi regala ancora tante emozioni. In particolare mi riporta alla mente i volti di due gentiluomini, i presidenti che mi concessero carta bianca e mi pare di aver riscontrato un buon successo, vincendo vari campionati con entrambe. In quella che allora si chiama U.S. Aversa, fui chiamato da Cecco Cannavale che all’epoca aveva un mercatino. A Santa Maria Capua Vetere ho avuto la fortuna di conoscere poco dopo Michele Pirolo, buon’anima: mai nella mia vita ho avuto un presidente del genere”.
LA DOMENICA SPORTIVA. Tra le due avventure Tascone mette in cima l’annata 1972-1973 con il Gladiator: “Costruimmo una vera e propria corazzata, di spessore e di gran livello. Siccome non perdemmo una partita, la Domenica Sportiva ci mandò a chiamare e ci ospitò a spese loro: gratificazione che fa sempre piacere. Mi ricordo che il conduttore era Gianni Minà e si parlò addirittura sulla Rai, in diretta nazionale, del piccolo Gladiator che vinse il campionato di Promozione da imbattuto. Fu la soddisfazione più bella, infatti non è mai successa più una cosa del genere. Eppure in quel campionato, l’antagonista era una squadra tosta come la Frattese ma li battemmo e conquistammo la D. Peccato che l’anno dopo mi mandarono via a gennaio, decisione di cui non ho mai capito il motivo. Al mio posto presero Egidio Di Costanzo, vecchio giocatore del Napoli che è stato anche Scarpa d’Oro”.
LO SCONTRO AL VERTICE. Per l’attuale presidente di una delle scuole calcio più rinomate d’Italia, la Damiano Promotion, non è di seconda importanza il trionfo ad Aversa: “Lo Sparanise ci dava del filo da torcere con giocatori a cui era stato donato il posto di lavoro. Lo scontro diretto avvenne alla penultima giornata, diretta dall’arbitro Ciro Buonocore di Castellammare di Stabia. Fu una partita stupenda, piena di cattiveria agonistica che finì 1-1 e noi mantenemmo un punto di distacco a fine partita su di loro. Al triplice fischio la dirigenza sparanisana fu molto burrascosa, perché asseriva che il direttore di gara ci aveva aiutati. Io quell’arbitro non l’ho mai conosciuto prima. Poi la domenica dopo fu festa grande davanti ad un numero imprecisato di tifosi”.
LA VITTORIA A TAVOLINO AD AFRAGOLA. Un aneddoto per parte: “Con il Gladiator andammo a giocare ad Afragola. Sopra la mia panchina c’erano alcuni tifosi con le bottigline che non vedevano l’ora di bagnarci, cosicché dissi all’arbitro che dovevano scendere. Nel giro di qualche attimo, quei tifosi vennero in campo e, dopo un battibecco, mi colpirono. Io furbescamente diedi un calcio e caddi per terra. L’arbitro fischiò la fine per rissa ed assegnò la vittoria a tavolino. Ma anche ad Aversa ricordo un’altra curiosità. Un anno prendemmo il forte attaccante Caterinacci, di proprietà del Lanciano ma in quel momento era a Napoli per il servizio militare. Il Lanciano fece un po’ di diatribe, ma poi lo lasciò giocare. Ed a tutti quelli che mi accusavano che vincevo solo perché avevo le squadre forti, continuo a rispondere che per convincere certi giocatori, bisogna essere competenti”.
IL PRONOSTICO. Nonostante la veneranda età, Carmine Tascone resta informato di tutto quello che avviene nel panorama calcistico, tanto da conoscere a perfezione gli ultimi scombussolamenti in casa Gladiator: “Il sodalizio neroazzurro ha mandato via Luigi Squillante ed ha investito un mio ex giocatore Teore Grimaldi, che è un grandissimo allenatore. Farà un buon campionato, poi posso rivelare che ho dato al bravo responsabile del settore giovanile Ciro Torino tre talenti che arriveranno di sicuro nel calcio che conta. Si tratta di Danese, Angelino e Barra che diventeranno come i vari Pisacane, Polito e D’Alessandro. Credo che il Gladiator sia meglio organizzato con un quadro dirigenziale positivo ed un certo direttore Salvatore D’Anna di cui si parla molto bene. Non mi posso sbilanciare sull’Aversa perché non l’ho seguito benissimo fino ad ora”.
LA SOSTITUZIONE DI CLAUDIO RANIERI. Nel suo florido settore giovanile sono cresciuti calciatori come i portieri Ciro Polito e Vincenzo Marruocco, il difensore Fabio Pisacane ora al Cagliari in Serie A ed Antonio Zito della Salernitana. Senza dimenticare dei giocatori che lui attesta di aver scovato come Ciro Ferrara, Beppe Bruscolotti, Nicola Grisani, Gennaro Ruotolo ed i fratelli D’Ambrosio. I titoli di campione nazionale con i Giovanissimi nel 1999-2000 e 2000-2001, i sedici campionati regionali vinti con gli Allievi e gli otto con i Giovanissimi sono i risultati di tanti anni di passione per il calcio, di cui l’apice avvenne a Lamezia Terme da allenatore: “Il successo più importante della mia carriera risale la stagione 1986-1987. All’inizio dell’anno la Vigor Lamezia mi contattò inizialmente, poi scelse Claudio Ranieri, l’illustre tecnico poi divenuto famoso alla guida di Roma, Juventus, Valencia e l’anno scorso autore della favola Leicester. A metà stagione lo licenziarono e mi ricontattarono. Grazie agli acquisti di gente del calibro di Migliaccio, Apuzzo, Amato, vincemmo il campionato di Serie D e conquistammo la promozione in Serie C2. I festeggiamenti non so per quanto durarono. Emozioni indelebili”.