L’IDENTIKIT. Conosciamo meglio il nuovo allenatore del Gladiator Teore Grimaldi



Teore Grimaldi al Piccirillo (foto Michele Grassi)
Teore Grimaldi al Piccirillo (foto Michele Grassi)

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Quando il Gladiator ha esonerato Luigi Squillante e parallelamente ha indicato il suo nome come nuovo allenatore, in molti si sono chiesti chi fosse Teore Grimaldi. Chi segue da sempre le vicende del calcio minore campano, ricorda le sue avventure sulle panchine di Frattese e Savoia, mentre per tifosi meno appassionati la sua figura era quasi anonima. Per questo motivo, abbiamo deciso di esporvi il suo curriculum completo che vanta una gavetta che lui stesso ritiene fondamentale: “Dalle esperienze maturate, posso dire di aver avuto la fortuna di conoscere gente di calcio che mi ha insegnato tantissime cose. Dai presidenti ai direttori sportivi ai calciatori che sono a grandi livelli, tanti mi hanno insegnato a vederlo in un certo modo. A farmi crescere sono state il confronto e le bastonate che mi hanno dato persone importanti. Quella gavetta che ritengo fondamentale per la mia crescita a differenza di chi si permette di dire qualche parolina, senza conoscere la storia delle persone”.

LA SCUOLA CALCIO. Seppur nato ad Afragola nel 1971, Teore Grimaldi è un abitante di Frattamaggiore. Da ragazzo ha avuto una carriera da centrocampista centrale nei campionato dilettantistici, vestendo i panni del regista, interno di centrocampo ed anche trequartista con diverse squadre, tra cui la Frattese e l’Isernia. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, inizia la sua carriera da allenatore nelle fila della scuola calcio dell’Oasis Frattamaggiore, per poi passare alla famosa società giovanile della Damiano Promotion. Alla corte di Carmine Tascone e Giuseppe Santoro, egli disputa sei anni che considera importante palestra di vita che ha arricchito il suo bagaglio tecnico. Vince numerosi titoli regionali e raggiunge l’exploit con lo scudetto conquistato con i Giovanissimi classe ’85 nella stagione 1999-2000 che si laureano quindi Campioni D’Italia.



IL PROFESSIONISMO. Pragmatico ed energico allo stesso tempo, su lui mette gli mette gli occhi l’Avellino, che gli concede la grande opportunità di entrare nel mondo del professionismo. Con i Lupi sua prima avventura con un settore giovanile professionistico, con la vittoria sfiorata del campionato nazionale di Serie C dei Giovanissimi guidati da Luigi Vitale, terzino ora alla Salernitana. Segue l’esperienza con la Berretti Nazionale del Giugliano, poi due anni con gli Allievi Nazionali del Napoli, dove allena Camillo Ciano, goleador ora al Cesena. Nuova avventura con gli Allievi Nazionali della Salernitana, poi inizia l’esperienza con il Frosinone. Per due anni e mezzo guida gli Allievi Nazionali poi nel gennaio del 2011 viene investito della carica di collaboratore tecnico per sei mesi di Salvatore Campilongo, trainer del Frosinone in Serie B.

A FRATTAMAGGIORE. Nel 2012-2013 viene contattato dalla nuova squadra della sua città, la Nerostellati Frattese, che ripartiva dalla Promozione ed aveva intenzione di tornare nel grande calcio. In tre anni Grimaldi contribuisce alla risalita del sodalizio che ora campeggia in Serie D, nello stesso girone del Gladiator, ottenendo le promozioni in Eccellenza e Serie D. Molti apprezzano il suo 4-3-3 molto energico e brioso: modulo che egli predilige ma su cui ha un pensiero preciso: “Il calcio è fatto di principi e movimenti e l’assetto numerico diventa relativo. Come dislocazione di base iniziale parto con il 4-3-3 ma in campo i numeri lasciano il tempo che trovano. Infatti ieri contro la Sancataldese ho cambiato l’assetto, puntando su un altro modulo”.

L’AVVENTURA SAVOIA. Al terzo anno in Interregionale, la Frattese non raggiunge i play-off per un punto ma come ama ripetere l’allenatore “Psicologicamente i play-off li abbiamo raggiunti, considerando una squadra giovanissima ed a costi bassi”. In conclusione l’avventura con il Savoia della passata stagione nel girone A di Eccellenza che non è andata come poteva, per via delle turbolenze societarie che portarono a continue diatribe tra la presidenza e la tifoseria. Nonostante sia durata quattro mesi per varie vicissitudini e per tre passi falsi consecutivi non digeriti dal presidente Tudisco, Grimaldi conclude: “E’ stata un’esperienza importantissima, molto formativa. Ci tengo a precisare che si è trattato di una rescissione contrattuale, dettata da problematiche diverse rispetto a quelle dell’aspetto tecnico. Ed eccomi ora al Gladiator, progetto che ho sposato e che spero di poter aiutare a migliorare con le mie capacità”.


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