SANTA MARIA CAPUA VETERE – Nella vita esistono treni che si chiamano occasioni, che passano una sola volta. Pasquale Santoro s’è visto transitare davanti la Freccia Rossa che porta diretta al professionismo e ci è salito sopra, senza guardarsi indietro. L’ex vice presidente e team manager del Gladiator da questa settimana è entrato a far parte della famiglia del Benevento Calcio. Rappresenterà la società nel territorio campano, laziale e non solo, e si occuperà del settore giovanile con il ruolo di osservatore, supportando il capo scouting Simone Puleo.
NUOVA ESPERIENZA. Dopo un’esperienza di vari anni nel team neroazzurro, il profilo della figura calcistica sammaritana calzava a pennello per il ruolo ricercato dal sodalizio sannita, come confermato dal direttore tecnico Pasquale Bovienzo: “Cercavamo un professionista serio e competente un uomo che potesse rappresentare il Benevento e ben figurare, la scelta non poteva non cadere su di lui”. Così è iniziato questo legame che fa gonfiare il petto a Santoro: “Ringrazio il responsabile del settore giovanile del Benevento Calcio Diego Palermo ed il responsabile Tecnico Pasquale Bovienzo per l’opportunità concessa, spero poter dare il giusto contributo per me una grande occasione nel calcio che conta”.
PALESTRA DI VITA. Pasquale Santoro non dimentica l’importanza dell’avventura sammaritana: “Direi che è stata una palestra di vita. E’ difficile ottenere risultati positivi quando le idee di chi dovrebbe dare indicazioni sono spesso diverse e contrastanti. Credo anche che chi tifa per una squadra di calcio non possa far parte della stessa società. Si corre il pericolo di essere sfruttato. E’ paradossale ma vero, soprattutto quando si tratta della squadra della tua città. Si rischia di donare la disponibilità ed il tempo in cambio di null’altro ma soprattutto di non essere obiettivi. La mia unica gratificazione è vedere che gli amici coinvolti in passato siano oggi i protagonisti di una nuova stimolante ed importante avventura calcistica. Vedere che un campo sportivo abbia ripreso le forme di uno stadio mi rende felice. Spero che fino alla fine ci sia una buona risposta da parte di tutti i sammaritani che amano lo sport“.
I GIUSTI RICONOSCIMENTI. L’ex vicepresidente rivendica una fetta di paternità nel percorso che ha portato alla nascita del nuovo Gladiator: “Miei meriti? Credo che questa domanda debba essere posta ad altra persona, sono certo saprà dare la giusta risposta. Ricorderà sicuramente le nottate fatte fino a qualche mese fa a parlare e studiare l’attuale progetto Gladiator. In merito a ciò, ho sentito e letto alcune dichiarazioni su meriti e paternità di tutto quello che sta accadendo a Santa Maria Capua Vetere. Ritengo sia più corretto riportare la memoria indietro di un anno quando non conveniva a nessuno mettersi in gioco. Credo solo così possano essere dati i giusti riconoscimenti. Da sammaritano credo opportuno evidenziare che le uniche entità da ringraziare siano la famiglia D’Anna per aver portato il titolo a Santa Maria Capua Vetere, persone perbene appassionate di calcio che non sono pallonari, e soprattutto l’amico Giacomo De Felice avvicinatosi attivamente al Gladiator su richiesta del sottoscritto. Senza di loro, le idee e le intenzioni di altri sarebbero risultate vane e ad oggi nessuno poteva mettersi in posa sui giornali, ergendosi a prime donne. Solo dopo questa lunga premessa, ritengo opportuno e corretto siano riconosciuti anche i meriti a qualche personaggio della recente storia, fautore di aver lavorato assiduamente alla stretta di mano finale (un risultato positivo è sempre frutto di un lavoro di squadra se tale poteva chiamarsi). Senza però dimenticare in ordine temporale Gianni Morico ed altri amici per aver sposato il progetto“.
I CONSIGLI. In conclusione, Santoro dà dei veri e propri consiglia alla nuova società: “Le persone che compongono la società non hanno bisogno di consigli, poiché la struttura è sana, forte, con idee chiare. forse solo cambiare l’attuale forma societaria che a quanto leggo si presenta ancora come ASD. Spero che gli addetti ai lavori rispettino i ruoli, chi vuole primeggiare e gestire tutto finisce per non fare bene il proprio e di stare attenti che i conti tornino. Molto spesso, girando per i campi, sento di richieste astronomiche da parte di calciatori, nel merito penso che sia assurdo che in campionati non professionistici si possano pagare calciatori 3-4 mila € al mese per 2 ore al giorno di “lavoro” quando poi un operaio che lavora per più di 12 ore al giorno ne percepisce meno della metà. Spendere soldi non è sempre sinonimo di vittoria, gli ultimissimi risultati di squadre professionistiche straniere ne sono da esempio. Noto inoltre propagande sull’amore per questa o quella maglia, meglio lasciar perdere slogan populisti poiché si tratta solo di lavoro, la fede appartiene solo ai tifosi. Questo calcio mercenario, visto in TV, ci insegna che è difficile trovare persone/calciatori che si leghino alla maglia, anzi è facile trovare opportunisti. Credo comunque che l’unica cosa che conta ad oggi è l’attuale situazione calcistica a Santa Maria Capua Vetere, un vero miracolo calcistico. Dal nulla alla Serie D con un vero stadio, un’ottima società ed una buona squadra, appunto per questo da sammaritano, sento di rivolgere un grazie sincero ai reali protagonisti per quanto fatto per la città di Santa Maria Capua Vetere. Evidenzio però che il calcio molto spesso non ha memoria, non è riconoscente ma soprattutto non conosce la parola gratitudine. Non mollate. Un grosso in bocca a lupo. Forza Gladiator!”.