CASERTA – La problematica, che da anni attanaglia il mondo del calcio in Terra di Lavoro, si ripercuote sulle scelte delle società. La carenza di impianti all’avanguardia nella nostra zona obbliga tanti club a compiere dei veri e propri salti mortali, affinché le squadre possano regolarmente svolgere le sedute di allenamento settimanali. Stagione dopo stagione diminuisce sempre di più lo spazio d’azione per la scelta, così per l’attuale campionato 2016-2017 Casertana e Gladiator hanno designato entrambe come propria postazione il centro sportivo “Talamonti” di Caserta. Un paradosso, quello di vedere allenare sullo stesso campo due dei sodalizi più blasonati di Terra di Lavoro che vivono una rivalità calcistica sin dalla nascita.
LA SCELTA DEL GLADIATOR. Inizialmente è stato il Gladiator ad optare per la struttura situata alle spalle del cimitero di Caserta, poiché l’allenatore Luigi Squillante ha richiesto a chiare lettere un manto in erba sintetica. Una decisione che non è piaciuta ai tifosi sammaritani, a causa delle problematiche ambientali, ma la società neroazzurra si è trincerata dietro una risposta eloquente ma giusta: “Quali sono le strutture vicino Santa Maria Capua Vetere, dotate di un sintetico, che possano ospitare il Gladiator?”. In effetti nella zona, i campi con disponibilità sono pochi. Le alternative sarebbero il “Reale” di Capua, il “Comunale” di Vitulazio, il “Ferone” di Casolla ma in tutti i casi si tratta di impianti dove esistono già diverse prime squadre che gravitano tra Promozione e Prima Categoria ed in più gli orari sono a dir poco limitati dalla presenza di scuole calcio molto rinomate e piene di bambini (vedi S.S.C. Capua e Boys Caserta Academy).
IL CAMBIO PROGRAMMA DELLA CASERTANA. Il manto in erba sintetica è la predilezione anche della Casertana che negli anni precedenti ha trovato terreno fertile nel “Terra di Lavoro” di Marcianise. Per motivi prettamente economici, la società rossoblù non ha trovato l’accordo di massima con la proprietà marcianisana e, vista l’indisponibilità del Pinto per la manomissione del sistema d’irrigazione, qualche giorno fa Pasquale Corvino ha bussato alla porta di Walter Acierno e Giovanni Pasquariello, gestori del Talamonti insieme ad altri soci, ed è arrivata la stretta di mano, etichettando ufficialmente la struttura casertana come nuovo quartier generale dei falchetti di Andrea Tedesco. Il discorso non fa una grinza, se non fosse che precedentemente il Gladiator, come si suol dire in gergo, “aveva messo le tende” nello stesso identico terreno di gioco. Ma il Talamonti è una struttura privata ed economicamente parlando, la proprietà del campo pensa ovviamente a guadagnare.
LA CONVIVENZA. Il primo incrocio è avvenuto giovedì scorso, con neroazzurri e rossoblù che si sono avvicendati nello spazio di pochi minuti. Oggi pomeriggio si ripeterà con il Gladiator a lavoro dalle 15.30, a seguire la Casertana dalle 18. Una convivenza che non sappiamo quanto durerà, perché si sa che ogni società ha bisogno dei propri spazi e, se questi sono comuni, si corre spesso il rischio di pestarsi i piedi. Per il momento tutto può filare ancora liscio, ma poi che ne sarà quando inizierà l’attività della scuola calcio della Nino Gravina, che da anni si allena lì? Una situazione che non sta piacendo al Gladiator, che seriamente sta valutando l’ipotesi di cambiare casa e spostarsi altrove.
INCROCI PERICOLOSI. Tale coabitazione sprigiona degli effetti collaterali inversi anche nelle tifoserie che, per chi non lo sapesse, sono ai ferri corti da sempre (per usare un eufemismo). La possibilità di ritornare ad allenarsi nella propria città permetterà alla Casertana di usufruire ogni giorno di un contatto immediato con tutti quei sostenitori che, nelle stagioni precedenti, erano costretti a macinare chilometri, pochi ma sempre chilometri, anche per assistere ad un allenamento. Realtà diametralmente opposta, invece, per i sammaritani che gioverebbero della quasi totale assenza di tifosi in allenamento, perché ognuno è intelligente e preferisce starsene a casa, invece di presentarsi nella “tana del lupo”.
E proprio per questo la convivenza, almeno secondo il nostro parere, non proseguirà a lungo. Speriamo che nulla succeda, ma fino a quando il contatto sarà ravvicinato, bisognerà sempre stare con gli occhi aperti. Lo insegna la storia di questa rivalità, di certo non lo diciamo noi.