Sulla pagina facebook di ‘Libero Pensiero Bianconero’, è stata pubblicata una interessante intervista all’ex bianconero Antonio Di Lella firmata da Modestino Ardito e Claudio Cottafava. Con lui si è parlato delle strutture cittadine, un problema non da poco che si va ad aggiungere all’incertezza del futuro della Juvecaserta.
D.- Antonio, hai già fatto uno screening preliminare sulle strutture sportive a Caserta? R.-Certamente, ed ho individuato già alcune strutture idonee alla riqualificazione;
D.-Qual è la valutazione da cui, oggi, puoi partire per avviarne un’ottimizzazione nel prossimo futuro? Inoltre, ritieni sia profittevole riqualificarli?
R.–Ho individuato già alcune strutture, a mio parere, meritevoli di riqualificazione. Anche per il ritorno economico e sociale del territorio. Ad esempio, penso allo Stadio Pinto, alla tendostruttura di Tuoro, ed al “Palaginnastica”, la cui riqualificazione, rientra senz’altro nello scopo del finanziamento europeo per lo sport, in base alla programmazione europea 2014/2020;
D.-Esistono, al di là degli impianti conosciuti (i soliti noti), soluzioni alternative? In tal caso: quali sono, realisticamente parlando?
R.–A parte le strutture note, esiste una soluzione praticabile che riguarda il “fosso” nel “Quartiere Parco degli Aranci”. Per intenderci, quello riconducibile al progetto di Iavazzi e del “Pala Caserta”. Come ben noto, dopo oltre venti anni, la disponibilità di quest’area –di oltre trentamila mq.- è tornata nella proprietà della nostra municipalità;
D.-Ritieni ci sia un genuino interesse -da parte di istituzioni e territorio- attorno a questo progetto?
R.–Ne sono convinto, perché il progetto darebbe un forte input all’economia della Città, rilancerebbe la zona Parco degli Aranci anche in termine di valore degli immobili e, certamente, è di interesse per il Comune, che avrebbe anche un notevole introito economico;
D.-Quali sarebbero le fonti con cui finanziarlo? E con quali modalità, e/o garanzie, di raggiungimento concreto degli obiettivi?
R.–Una strada, già collaudata da altri Enti Pubblici, è la politica del “project financing”. Ma ci sarebbe anche l’opzione della “società di trasformazione Urbana”, con il coinvolgimento di imprenditori, per realizzare aree verdi pubbliche ed una “Cittadella dello Sport”, con annessa attività ricettiva, di organizzazione di meeting e congressi, oltre ad una necessaria attività commerciale;
D.-L’ultima domanda: te la sentiresti di fare da garante, a presidio dei risultati in ambito logistico e sportivo? Su quali e quanti ‘alleati’ puoi contare?
R.–Io sono onorato di gettare le basi per la realizzazione del progetto. E sono sicuro che, una volta che le persone ne comprenderanno l’enorme valore economico e sociale, saranno più d’uno gli imprenditori interessati ad investire.