La stagione appena conclusa in Eccellenza, Promozione e Prima Categoria ha visto un grande vuoto, ad est di Caserta, poco dopo Maddaloni in direzione Benevento. Stiamo parlando della valle di Suessola che, dopo la scomparsa di Real San Felice a Cancello prima e San Marco Trotti poi, è rimasta totalmente esclusa dal calcio regionale che conta.
Eppure stiamo parlando di una zona non di poco conto, con una popolazione che sfiora i 40mila abitanti, qualche imprenditore di rilievo, impianti sportivi importanti ma forse un pubblico che negli ultimi anni si è mostrato poco appassionato.
Non è forse un caso che l’ultima, e sicuramente più importante almeno negli ultimi 15 anni, esperienza di rilievo è stata quella del San Marco Trotti. Squadra espressione di una frazione (divisa tra San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico ed, in piccolissima parte, Maddaloni) che trovava nella squadra il suo fiore all’occhiello ed un veicolo di promozione. Poi, l’anno scorso di questi tempi, Antonio Nuzzo (uno degli imprenditori di cui sopra, come dimostra poi l’arrivo alla Frattese, in serie D) diede l’addio anche per qualche incomprensione con il comune sanfeliciano, dove aveva sede l’impianto, per la mancanza di alcune garanzie. Garanzie che, se all’epoca erano relative alla gestione dell’impianto, potrebbero rientrare dopo che il consiglio comunale ha approvato il regolamento per la gestione degli impianti sportivi. Un regolamento che prevede gare per la concessione pluriennale degli impianti comunali a privati. Insomma se qualcuno vuole tornare ad investire, a metà aprile si parlò di un ritorno proprio di Nuzzo, smentito però dal diretto interessato, le condizioni ci sono.
Problema impianti che invece mai c’è stato a Santa Maria a Vico, dove c’è il gioiellino ‘Torre’: terreno in erba sintetica, tribuna capace di ospitare qualche migliaia di spettatori, con separazione ed accessi separati per le diverse tifoserie. Ed infatti quest’anno l’impianto santamariano ha ospitato anche qualche gara di campionato della Sessana (Eccellenza). Il problema qui è il disinteresse degli imprenditori locali: dopo l’avventura della cordata guidata da Pompeo Laudando, che a metà del decennio scorso portò la squadra locale fino alla Promozione, il calcio di un certo livello è scomparso ed ora c’è solo il campo è calcato prevalentemente dai ragazzini della scuola calcio a Asd Santa Maria a Vico.
Imprenditori che invece c’erano a San Felice a Cancello dove c’era il Real. Ma qui il problema emerso nel corso degli anni è stato il sostanziale disinteresse da parte della cittadinanza, con gli spettatori che nelle partite interne si contavano in poche decine. Eppure la squadra ha dignitosamente militato, grazie ai grandi sforzi dei pochi soci, per diversi anni in Promozione senza mai retrocedere. Fin quando anche qui si è detto stop ed anche qui ora c’è il nulla ad un certo livello.
Scenari analoghi anche nei due comuni più piccoli della valle, Arienzo e Cervino. Anche nel primo caso si è vissuto qualche momento di gloria con un campionato di vertice in Promozione, un lustro fa, quando c’era il Real Suessola. Esperienza anche questa archiviata dopo poco e spazio per un po’ a qualche squadra delle frazioni. A Cervino invece quest’anno ha partecipato al campionato di Terza Categoria, senza grossi risultati, il Dea Diana.
Insomma: impianti, imprenditori, appassionati ci sono, sebbene sparsi tra i vari comuni. Ed a questo punto una domanda sorge spontanea: e se si andasse oltre i campanili e si cercasse di realizzare, coinvolgendo tutti i comuni, un unico progetto?