Il deferimento ad alcuni tesserati di Gallipoli e Real Marcianise era una spada di Damocle che prima o poi si sarebbe abbattuta sui colpevoli (o presunti tali). In questa triste vicenda del calcio italiano sono state rovinate le immagini di calciatori e dirigenti che il 17 maggio del 2009 si accordarono per un 3-2 in favore del Gallipoli. Sia chiaro, le indagini della Procura Federale attraverso intercettazioni e confessioni hanno ritenuto colpevoli tutti gli indagati che verranno squalificati per un periodo che varia da uno a cinque anni. Ma in questa nostra riflessione vogliamo lasciare da parte tutti gli aspetti futuri (l’abbiamo già fatto con un altro articolo) e concentrarci sul perchè si è arrivato a tanto. Il Gallipoli quella domenica di sette anni fa si gioca tutto. Novanta minuti li separa dalla storia, dal sogno serie B che è a portata di mano. Difronte c’è il Real Marcianise, settimo in classifica già salvo da qualche settimana. Con il Benevento impegnato a Potenza contro una squadra retrocessa in D da tempo, l’unica possibilità per i ragazzi di Giannini che hanno due punti in più in classifica è vincere contro i campani e festeggiare il traguardo. La domanda è: come è possibile che Vastola e compagni, molto più forti degli avversari, decidano di combinare un incontro che potrebbero vincere a mani basse? La gara è stata comprata? Assolutamente no. L’epoca delle valigette è finita. C’è un metodo ancora più sicuro e ridditizio, il calcioscommesse. Gli inquirenti dopo l’arresto di alcuni esponenti del clan Righi parlarono di 50 mila euro dati ai calciatori del Marcianise per perdere di proposito. A distanza di tempo però si è saputo che fu giocato il risultato esatto 3-2 che fruttò oltre 300mila euro. In realtà fecero tutti i pugliesi con l’allora direttore sportivo Dimitri e mister Giannini. In sede di interrogatori poi gli arrestati fecero il nome dei calciatori gialloverdi con Murolo, Galizia, Innocenti e l’allora presidente Bizzarro tirato in ballo pur non essendo a conoscenza dell’episodio. Quei tre punti permisero ai salentini di mantenere due lunghezze di vantaggio sul Benevento (vittorioso 3-1 a Potenza) che poi un mese dopo (21 giugno) perse i playoff in casa contro il Crotone. Un danno non indifferente per il club sannita anche perchè poche settimana dopo l’accesso tra i cadetti, il patron del Gallipoli Barba lasciò il club che retrocesse subito l’anno dopo sparendo anche dai campionati professionistici. Insomma il calcioscommesse ha fatto altre vittime. In questa vicenda non tutti i deferiti sono colpevoli e si affideranno a difensori che faranno emergere la verità. Ma resterà una macchia indelebile su questa Lega Pro che non è mai stata regolare.