Nella sala stampa dello stadio Pinto il presidente della Casertana ha incontrato in una vera e propria assemblea stampa e tifosi. Il massimo dirigente ha snocciolato tutte le problematiche degli ultimi giorni riassumendo innanzitutto il cammino fino ad oggi.
“Ho voluto fortemente questo incontro con la stampa perché da quando faccio il presidente mi sono sempre assunto le responsabilità e me le assumo anche per quanto riguarda la figuraccia di Benevento. Dispiace essere rimasto solo nella battaglia per il campo. Non ho avuto sostegno da parte della tifoseria, ma evidentemente anche questo fa parte del calcio. Avevamo costruito la squadra per salvarci e siamo riusciti nell’obiettivo. Poi strada facendo i programmi sono cambiati, ci siamo rinforzati e siamo ancora in corsa per qualcosa di importante”.
RABBIA E DELUSIONE – “Sono mortificato e arrabbiato per quanto accaduto a Benevento. Sono arrabbiato non solo con i calciatori nostri, ma soprattutto con la società del Benevento. Siamo stati trattati malissimo dall’arrivo alla fine. Ma me ne assumo le responsabilità perché mi sono completamente fidato pur dovendo creare attorno a me un gruppo di persone mie. Non l’ho fatto fidandomi di chi c’era. Non sono intervenuto nell’aspetto tecnico e questo è stato un altro mio errore. Ma tutto ciò che è stato fatto è stato fatto a fin di bene. Ho lasciato che le cose andavano in un certo modo credendo alla buona fede”.
LE DIMISSIONI – “Oggi ci troviamo in una situazione molto particolare. Tra me e Giovanni Lombardi non c’è mai stato nessun tipo di attrito, anzi siamo d’accordo su tutto perché in fondo siamo simili. Lui mi ha convinto a non dimettermi spiegando che le dimissioni avrebbero creato solo caos e ho deciso di rimanere almeno fino a fine stagione. Ho dato troppa libertà e d’ora in poi neppure un bicchiere d’acqua si muoverà senza il mio permesso. Ci saranno cambiamenti nell’organigramma. Metterò persone di mia fiducia all’interno del club. Mi è dispiaciuto per i mille tifosi che sono partiti pieni di speranze domenica mattina e come me sono stati umiliati. C’è modo e modo di perdere ma non certo in quel modo. Per loro è stato uno schiaffo che non meritavano. Avrei voluto guardare la partita dalla curva, ma avevo la famiglia al seguito e non me la sentivo di lasciarla sola. Chiedo scusa ancora a tutta la città, la tifoseria per la vergogna subita. Potranno trascorrere 10 anni, 20 anni ma questa cosa io non la dimenticherò. Abbiamo perso senza dignità. Come possiamo risolvere questi problemi? Dobbiamo forse mettere fuori squadra qualcuno? Li dovremmo cacciare tutti, ma sarebbe troppo semplice. I calciatori resteranno fino a fine campionato e devono subire tutto quello che noi abbiamo subito a Benevento, nessuno escluso. Chi ha sbagliato si assumesse la sua responsabilità”.
LA RIMONTA – Siamo a quattro punti con altri scontri diretti da giocare. Benevento, Lecce e Foggia hanno un cammino non semplice. Dobbiamo ricompattarci e continuare a lottare. Al momento siamo ancora in piena zona playoff. Le somme si tirano soltanto alla fine. Come io ho deciso di mantenere l’impegno fino alla fine chiedo ai tifosi e alla stampa di continuare a lottare al nostro fianco”.
SUL BANCO DEGLI IMPUTATI – Ai giocatori non vorrei proprio parlarci. Chiedo ancora scusa, sono mortificato, affranto perchè è stata una umiliazione. Ai calciatori non ho nulla da dire. Cosa potrei mai dire. Loro oggi ci sono e domani no. La società non cambia, loro sì. Il male minore è essere uniti tra noi e questo è essenziale.”