Oggi sul Mattino una interessante intervista ad Enrico Fedele, esperto operatore di mercato nonchè ex ds della Casertana a metà anni novanta. Ecco le parole del ds.
«Caserta è stata quella che forse mi ha dato più di tutti. Ha rappresentato il mio trampolino di lancio nella carriera dirigenziale. Un’esperienza che ricordo con molto piacere grazie alla gestione dell’allora presidente Farina. Era una persona che ci permetteva di comprare chi volevamo, voleva solo la qualificazione in Coppa Italia che era una vetrina importante e monetizzare al meglio le vendite dei calciatori. Erano gli anni dei Feola, Suppa Cerbone, Garzieri, Troise, di un calcio diverso fatto di giovani ed entusiasmo. Lo stesso che credo c’è ancora a Caserta perché è una piazza calda, passionale e affamata di vittorie. In quegli anni sfiorammo la B con mister Materazzi centrando un terzo posto».
Che idea si è fatto invece di questa Casertana che è in testa al girone C dalla prima giornata?
«Una squadra che era partita non con i favori del pronostico vista la concorrenza di Lecce, Foggia e Benevento. E invece grazie al lavoro di un tecnico preparato come Romaniello partito dai settori giovanili, sta riscuotendo consensi ed è in vetta meritatamente. Inoltre hanno una rosa di qualità con buone individualità come quel De Angelis che feci esordire io a Parma apprezzandone le caratteristiche tecniche. Questa Casertana assomiglia un po’ al Leicester di Ranieri che sta sbaragliando gli avversari. Se non perdono questo spirito, continuando a lavorare con intensità e sacrificio dimostrando grande voglia di vincere, potranno lottare fino alla fine anche contro squadre maggiormente attrezzate».
L’11 gennaio si concluderà il girone di andata. A Pagani sarà in palio il titolo di campione d’inverno. Ma come si farà a mantenere a debita distanza le inseguitrici?
«Fermo restando che la Casertana lotterà per la B fino alla fine, né i calciatori, né l’ambiente soprattutto, dovranno lasciarsi abbattere da eventuali risultati negativi. La forza di una squadra si vede anche nei momenti meno felici. Quando sei al comando della classifica l’autostima ha un ruolo fondamentale. Non bisogna mai accontentarsi e si deve sempre cercare di ottenere il meglio. Anche perché è nelle possibilità di questa rosa».
Ma allora il segreto per vincere un campionato qual è?
«Premesso che la Casertana ha le carte in regola per vincere, deve però mantenere una propria identità. Troppo spesso si commette l’errore di vivere nel passato ricordando i tempi di Moccia, Farina o Cuccaro. Il presente vede una società solida, con idee chiare e un tifo che può davvero essere decisivo. Mi auguro di rivedere preso la Casertana in serie B, lo meriterebbe».