Dodici mesi che definire intensi è poco. Dodici mesi di basket all’ombra della Reggia insieme alla Juvecaserta che, nel bene o nel male, rapisce il cuore di tutti i casertani. Dodici mesi di gioia e dolori, lacrime di felicità o disperazione, vittorie e sconfitte che hanno segnato, indelebilmente, tutto il popolo bianconero. Dalla prima vittoria in A dopo lo 0-14 alla rinascita totale, Caserta ha passato i primi cinque mesi col cuore in gola, appesa ad un filo di speranza, nel non voler morire e cedere alla retrocessione. Enzino Esposito ed i suoi ragazzi stavano mettendo in piedi il secondo ‘miracolo’ casertano: El Diablo amava ripeterlo sovente. La clamorosa remuntada bianconera, però, si è fermata all’ultimo ostacolo, nel match senza via d’uscita dell’Adriatic Arena. Nonostante il -1 in classifica, Mordente e compagni si sono giocati la stagione contro Pesaro in un drammatico ‘mors tua vita mea’ che ha segnato la storia della stagione 2014-2015.
Hanno prevalso i marchigiani di uno stellare Ross mentre Esposito è stato tradito da tanti, troppi, giocatori che sono crollati ad un passo dallo storico traguardo. Quella sconfitta, però, non deve cancellare le emozioni che Antonutti e soci sono stato capaci di regalare alla piazza. La retrocessione nell’inferno della LegaDue era diventata realtà ed, alle porte, è ricomparso Rosario Caputo. Al fianco di Iavazzi si sono messi al lavoro per creare un team capace di puntare all’immediata risalita: dopo la fine della telenovela Esposito (andato a Pistoia), è stato trovato in Sandro Dell’Agnello l’uomo giusto per ripartire. Dal 6 al 7. Mentre la squadra prendeva forma, Roma iniziava a dare segni di pericolo: nessuno ci credeva ma, alla fine, in un giorno di luglio Caserta veniva ripescata al posto degli acerrimi rivali. Scherzi del destino. Con pochi soldi da mettere sul mercato, Sandrokan è partito spedito a caccia di giocatori utili alla causa. Dal cilindro è saltato fuori Peyton Siva: il talento di Seattle ci ha messo il tempo di un caffè per farsi amare da Caserta.
Al torneo cittadino ha rapito tutti. Poi, però, la sfortuna ha iniziato a fare capolino: a rotazione si sono fermati tutti ma, nonostante questo, Cinciarini e soci vincevano le partite grazie a cuore, difesa e attributi. Mai, però, Dell’Agnello ha potuto schierare la formazione al completo, senza piangersi addosso ha lavorato tra mille problemi. Poi la grana Amoroso a rendere pepato il minestrone bianconero: va via, poi ritorna, poi definitivamente a casa. Tra fischi, applausi, gente che non l’hai perdonato e chi lo voleva alla Juve, il lungo di Cercola ha vissuto quattro mesi che nessuno dimenticherà. La squadra perde cinque partite su sei ma, soprattutto, gioca male. Ad Avellino crolla sul -24 già al 19’. Sembra la nuova via crucis, cambia invece la storia: pazzesca rimonta, derby conquistato, popolo pazzo d’amore. Arriva Brindisi, altra vittoria di grande qualità e la zona salvezza dista quattro punti. A due c’è il pass per le Final Eight. Chi l’avrebbe mai detto? Onore a questi ragazzi. Ciao pazzo e maledetto 2015.