Era il 1960 quando un bambino mingherlino di appena sei anni, nato in via Albana in prossimità di Piazza San Pietro a Santa Maria Capua Vetere, si accingeva per la prima volta a varcare l’ingresso dello storico stadio “Mario Piccirillo”. Accompagnato dal padre, si apprestava ad assistere alla prima partita della squadra della sua città, il Gladiator. Una passione sfrenata che con il tempo lo ha spinto a seguire spesso il club neroazzurro anche in trasferta. A 55 anni di distanza da quel giorno, l’amore per il Gladiator non si è spento, però in una partita che lui definisce “un’emozione che non vorrei mai vivere”, la squadra di cui è da sempre tifoso è ospite dell’Hermes Casagiove, club con cui porta avanti da ben sette un’esperienza felicissima.
Alle 14.30 di domani, sabato 12 dicembre, andrà in scena al “Comunale” di Curti la sfida tra Hermes Casagiove e Gladiator e per Umberto Mastellone, storico massaggiatore giallorosso, è una gara che lo mette quasi in soggezione: “E’ quella gara dove non sai come ti devi dividere. Il cuore è da una parte, il cervello dall’altra. Il Gladiator è la prima squadra che ho visto giocare a calcio, quando al Piccirillo le gradinate erano composte da soli due gradoni e la tribuna era fatta in stile fascista. Quando avevo tredici, quattordici anni, salivo su quella che definisco “la mia tribuna”, palazzi in costruzione in prossimità dello stadio, per assistere alle partite. Episodi che fanno sì che domani per me sarà un’emozione indescrivibile”.
Tanti ricordi affiorano nella memoria dell’umile collaboratore giallorosso che evoca una delle pagine forse più dolorose ma allo stesso tempo soddisfacenti: “A Santa Maria Capua Vetere ho visto giocare tanti giocatori importanti come Postiglione, Nardin e mi rammentava mio padre che nel Gladiator giocò Italo Allodi, ex direttore del Napoli e dell’Inter. Mi viene in mente poi un bruttissimo ricordo che di sicuro molti tifosi di oggi non sanno. Erano i primi anni ’70, quando vincemmo al “Collana” di Napoli contro il Giugliano, che in quella circostanza aveva il campo squalificato. Segnò Di Pietro, ma a pochi minuti dalla fine ci fu un’invasione di campo dei tifosi giuglianesi che ci riempirono di “legnate”. Di legnate ne ho preso tantissime per il Gladiator, soprattutto nella prima quarta serie con Carmine Tascone”.
Da sette stagioni Umberto Mastellone ha intrapreso l’avventura come massaggiatore dell’Hermes Casagiove. Un’avventura che dal 2008 viene confermata di anno in anno: “Mi porta a proseguire innanzitutto l’amore per il calcio. Fin da bambino giocavo a calcio, sport che mi è sempre piaciuto. Non avendo più l’età per giocare, cerchi di evolverti e dai anche l’occasione per vedere città che non ho mai avuto l’onore di visitare. Le pagine più belle che ho vissuto sono l’anno della promozione e l’ultimissima, lo spareggio play-out vinto l’anno scorso a Procida, una delle emozioni più belle della mia vita”.
Infine egli spiega perché si trova così bene a Casagiove: “Quando si parla di famiglia Corsale, si intende non solo chi ha il cognome Corsale, bensì anche i Saldamarco, Santonastaso, Mastellone diventano figli adottivi, parenti acquisiti di quello che è un ambiente unico. In questi anni mi sono legato con tanti ragazzi, però più di tutti ho stretto un legame particolare con Giuseppe Cutolo (da qualche giorno trasferitosi al Campania), un ragazzo che mi ha lasciato tanto e con cui mi sento ancora adesso per telefono. Calcisticamente quelli che più mi hanno impressionato sono stati Laezza e Merola. Ora il mio pensiero” – conclude Mastellone – “è a domani. Per l’Hermes Casagiove la vittoria è fondamentale, sarebbe un risultato importante contro la mia squadra del cuore. Il neroazzurro ce l’ho nel sangue, di fatti l’anno scorso quando sono stato per la prima volta al Piccirillo mi tremavano le gambe”. Frammenti di un calcio genuino che vorremmo leggere più spesso.
UFFICIO STAMPA F.C. HERMES CASAGIOVE