Era fondamentale tornare al successo per allungare il passo dalle ultime e rivedere la luce delle sconfitte e di una situazione fisica non perfetta. Non è stata una partita bellissima, soprattutto per l’atmosfera irreale del Palamaggiò, ma contava solamente vincere e la Juve l’ha fatto. Ancora in emergenza, ancora con problemi di formazione, ma con tanta difesa ed un Downs strabiliante. Particolarmente calda la giornata di Valerio Amoroso bombardato di fischi già durante l’ingresso in campo, sotterrato nella presentazione, costantemente beccato nel corso della partita dalla curva che si è, però, presa i rimbrotti del resto del palazzetto. In praticamente una situazione simile alle contestazioni per Frates. Non male anche i fischi contro il presidente Iavazzi e si inneggiava a Maggiò. Lo striscione in Curva Ancilotto parla chiaro: “Noi siamo la storia, noi siamo realtà, tu l’immondizia della città”…. dedicato ovviamente al presidente con tanto di ‘Iavazzi vattene’. Infine, una vena romantica: è stata un’emozione vedere, in canotta pesarese, la scritta Daye. Non è forte come il supremo padre, ma anche Austin può fare bene in Italia.
PRIMO PERIODO
Si comincia con una tripla di Downs, qualche buona difesa, la solita stoppata di Hunt e la zingarata di Giuri: Pesaro è subito sotto 5-0 in 2’. Downs è particolarmente ispirato: altra bomba, alley oop per Hunt, ma Daye e Lacey rispondono dalla lunga distanza per il 12-6 al 4’. La partita, tutto somamto, è gradevole: 13-8 al 5’ al primo timeout. Il giovane Basile onora cotanto cognome infilando la tripla del -4. L’ingresso di Amoroso al 7’ ha scatenato prima il mix di fischi e applausi e poi qualche attimo di tensione nel parterre tanto che il patron Iavazzi è dovuto intervenire per calmare gli animi. La prima azione di Amoroso è una tripla presa in faccia da Lacey per il 15-14. El Amin, invece, si presenta con un airball. Dopo una imbarazzante sfilza di errori generali, suona la sirena: è 15-16.
SECONDO PERIODO
La curva finisce la contestazione, Downs è preferito nel ruolo di play rispetto a El Amin (giustamente). Pesaro è tenuta in vita dal tiro pesante, al festival si iscrive anche Gazzotti (19-19 al 12’). Amoroso sbaglia tanto anche se ci mette impegno: esce nuovamente in un mix di fischi e applausi. Il canestro per Jones resta un miraggio, gli errori sono tanti su ambedue i fronti e lo spettacolo abbandona Pezza delle Noci (22-21 al 14’). Qualcosa di buono lo fanno vedere Cinciarini e Ceron che, però, compie il terzo fallo già al 16’ (25-23). Paolini mette la zona 2-3 dopo la tripla di Daye ma viene bucato dalla penetrazione di Downs. La Juve è una barca di carta nella tempesta soprattutto quando attacca dove mancano idee, gioco, concentrazione: la sorniona Pesaro ne approfitta per andare sul 27-31 dopo il 2+1 di Christon. Il tiro da 3 è l’unica soluzione per l’asfittico attacco bianconero mentre Jones non si prende un tiro neanche se gli mettono un bonus nel contratto: il risultato all’intervallo è 33-33 col pazzesco buzzerbeater di Gaddefors da otto metri. Un pari d’oro viste anche le 9 palle perse.
TERZO PERIODO
Ceron inventa una fantastica tripla da otto metri che riporta avanti Pesaro mentre la Juve compie due falli consecutivi in attacco. Scongelato Ghiacci dalla panca, dentro il capitano al 21’. Al festival delle schifezze di giornata si iscrive anche Hunt che sbaglia una schiacciata in contropiede solitario: Ghiacci, però, mastica le caviglie di Ceron, Downs infila due bombe consecutive ed è 41-38. Hunt, però, si fa perdonare iniziando a comandare in vernice e firma il +5. Ice è on fire, segna dalla lunetta, recupera un pallone che scatena Downs in contropiede con schiacciata da urlo: Paolini ne ha viste abbastanza e va col timeout sul 46-38 al 24’. Che diventa +10 ancora grazie a Downs. Basile tiene a falla i suoi imbucando due bombe ma il cecchino di Seattle ne mette un’altra (51-45 al 26’) e sale a quota 23. Di colpo si sono scaldate le mani pesaresi: ancora Gazzotti dalla lunga distanza firma il -3. Nel momento del bisogno esce fuori Cinciarini. C’è la sua firma nel 57-50 con cui si va all’ultimo ‘stop and go’.
QUARTO PERIODO
Il duello Jones-Daye fa scintille ma è ancora Cinciarini a siglare il +9 al 32’. Il siluro di Jones, alleluja, ha il sapore del ko tecnico per una Pesaro che è ‘palla a Daye e vediamo che ne esce’. Ne esce un 1/12 da 2 per il figlio del grande Darren al 33’. Tocca a Lacey a togliere la Vuelle dagli impicci anche se ormai Jones è caldino: l’ex Roma confeziona anche il canestro che vale il 68-54 al 34’. Un mini break di 0-4 tutto firmato da Christon permette ai marchigiani di covare anche una speranzella sul -10. La Vuelle spreca troppe occasioni per riavvicinarsi ulteriormente ma torna anche sul -5 con Christon al 38’. Caserta è un attimo in ambasce ma Giuri segna un canestro pesante ma Daye firma il -3 a 53” dalla sirena. Pesaro tira due volte per pareggiare ma prima Gazzotti e poi Daye sbagliano la tripla dell’overtime. Tocca a Downs chiudere i giochi dalla lunetta.