Dopo la vicenda di qualche settimana fa, abbiamo incontrato l’ex serie A Dino Fava Passaro che si è voluto confidare al nostro portale per fornire la sua versione dei fatti, alla luce del divorzio maturato con il club del presidente Vrola: “Essendo nato ad Avezzano, quindi a circa 2 chilometri da Sessa Aurunca, per me è come essere sessano. Oggi sono qua a parlare di una cosa che non avrei mai immaginato. Come calciatore sono arrivato a realizzare dei sogni che in pochi sono riusciti a fare: arrivare a qualificarsi in Champions League, segnare due reti in Coppa Uefa, diventare il capocannoniere dell’Udinese con 14 gol, vicecapocannoniere di serie B con la Triestina, a vincere campionati come quello con il Bologna o altri in C come quello vinto a Pagani in C2; ho fatto anche annate in cui le cose non sono andate bene e sono retrocesso ma complessivamente sono più le gioie che i dispiaceri ad aver caratterizzato la mia carriera da calciatore. Purtroppo il dispiacere più grande l’ho vissuto a Sessa e non potevo immaginare che mi potesse accadere proprio qua nel mio paese. Due anni fa ho accettato senza indugio di vestire la maglia della Sessana e avrei voluto chiudere la carriera qui dove l’avevo iniziata. L’anno scorso abbiamo vissuto un’annata bellissima, abbiamo sfiorato la D perdendola a pochi minuti dai rigori nella finale nazionale, il calcio è così; ma credo che sia stata un’annata positiva, anche perchè non eravamo partiti con l’obiettivo di vincere ma dovevamo fare un campionato tranquillo. Abbiamo fatto un miracolo sportivo perchè non eravamo attrezzati per vincere ma siamo andati avanti grazie a determinazione, grinta e sacrificio. Quest’anno è stata allestita una rosa più forte ma le cose non sono andate come si sperava. Penso di aver fatto l’impossibile per questa società, come è giusto che sia. Mi è stato chiesto di ridurmi lo stipendio e l’ho fatto senza esitare, mi è stato chiesto di essere un pò l’uomo immagine della società e non mi sono mai fatto pregare nè pagare, come si è vociferato dopo. Purtroppo dopo si sono dette cose negative in paese sul mio conto, per infangare il mio nome e questo mi lascia davvero amareggiato.
Questo è il motivo che mi porta a chiarire certe cose perchè io voglio sempre camminare a testa alta nel mio paese e questo va oltre il Dino Fava calciatore, parlo del Dino Fava uomo, perchè io dico sempre che i calciatori finiscono, ma gli uomini restano. Dopo le tante sconfitte di quest’anno, nel tragitto di ritorno dalla partita persa a Cardito con la Caivanese, parlando con il nuovo mister Cusano e con il direttore Talamo ho dato la mia disponibilità a parlare con il presidente nel caso volesse, vista la pesante sconfitta, in qualità di capitano. Preciso che non ho avuto alcun problema con il nuovo mister che mi ha fatto una buona impressione dall’inizio e al quale ho dato piena disponibilità. Alla fine quella stessa sera, ricevo una telefonata dal direttore Talamo che mi annuncia che io, Alfonso Camorani e Raffaele Mignogna non facevamo più parte del progetto Sessana. Una telefonata bruttissima per me, una doccia fredda, mi è caduto il mondo addosso, stentavo a crederci. Poi anche il mister mi ha confermato la scelta societaria, anche se era amareggiato e non si aspettava questa reazione così forte del presidente. Sinceramente mi aspettavo una telefonata dal presidente stesso, visto il bel rapporto che c’era e visto che pochi giorni prima avevamo parlato anche di altri progetti futuri. O quanto meno pensavo che si aspettasse e si decidesse con più calma di una cosa delicata e non si decidesse in un momento di nervosismo. Dopo essermi ripreso dallo shock ho avvertito i miei compagni di squadra della cosa, facendo loro un in bocca al lupo sincero per il prosieguo del campionato. Successivamente sono stato chiamato in sede dal presidente per discutere anche con gli altri soci della situazione e mi è stato detto che il tutto era scaturito da uno sfogo del momento e c’erano margini per risanare la rottura per quanto mi riguarda; ma mi ha fatto male sapere che alla ripresa degli allenamenti il presidente Vrola ha detto alla squadra che già ad inizio anno lui non avrebbe voluto riconfermare nè me, nè Camorani, ad ulteriore conferma che la nostra esclusione dalla squadra la sera della partita era qualcosa di premeditato. Dispiace tantissimo che sia finita così; mio padre è rimasto malissimo quando ha saputo la notizia e mi ha anche chiesto il motivo dicendomi che in tanti anni di carriera non mi era mai capitata una cosa del genere e mi stava accadendo proprio nella squadra del mio paese. Pensavo di essere un calciatore speciale per la Sessana, ma sono stato trattato come uno qualsiasi. È stato ferito e trattato male il Dino Fava uomo e ciò mi fa stare ancora male. La cosa che più mi rammarica è chiudere così la mia carriera perchè non so se tornerò a giocare dopo questa disavventura anche se non nego che ho ricevuto chiamate da tante squadre come ad esempio il Gaeta, il Suio, la Maddalonese, il Mondragone ed altre ancora; questo non può che farmi piacere anche se la delusione è stata così grande che sto pensando di smettere. Sono state dette tante bugie sul mio conto e questo mi ha ferito perchè non meritavo queste cattiverie e questo trattamento, senza aver capito alla fine il vero motivo della mia esclusione dalla Sessana. Concludendo voglio ringraziare le persone che con me si sono comportate davvero bene anche dopo l’esclusione, tra tutti ringrazio pubblicamente Mimmo Falco che ha sempre mostrato stima e rispetto nei miei confronti. Ci tengo a dire che sono contento che la Sessana si stia riprendendo e sono davvero felice e orgoglioso che un ragazzo fantastico come Orazio Grezio stia facendo tutti quei gol, sono andato spesso a vedere i miei compagni giocare da tifoso e quando potrò lo farò con piacere, perchè io tiferò sempre la Sessana”.