Il portale Stipermarcianisana.it ha realizzato una intervista esclusiva al tecnico del Progreditur Marcianise Rosario Campana analizzando vari aspetti del campionato e della sua esperienza gialloverde.
Dopo 13 giornate e dopo aver collezionato 15 punti il Marcianise si ritrova in zona play-out in tredicesima posizione. L’ obbiettivo di inizio stagione era una salvezza tranquilla come quella dello scorso anno ma per ottenerla al momento manca qualcosa e per questo motivo abbiamo voluto intervistare l’allenatore del Marcianise Rosario Campana.
–Un pareggio e due sconfitte con sei goal subiti nelle ultime tre partite, non tanto la difesa ma la coperta corta sembra essere a centrocampo. Pochi elementi da poter schierare e ruotare, è questa la chiave di lettura delle ultime partite?
Sicuramente prendere sei goal in tre partite non è mai positivo ma dare la colpa ad un reparto penso che sia molto riduttivo. Credo che nel calcio moderno bisogna lavorare su una fase collettiva e ciò non è determinato dal numero dei difensori che schieri in campo ma dal numero dei giocatori che riesci a far rientrare dietro la linea della palla. Lo stesso discorso lo faccio per la fase offensiva e penso che a determinare il potenziale offensivo non è il numero degli attaccanti che schieri ma il numero degli uomini che riesci a proporre in fase offensiva . Proprio i centrocampisti vivono queste due fasi e i miei giocatori risultano duttili e cercano di fare il meglio soprattutto in occasioni di emergenza. Nelle due gare precedenti a quelle contro il Nardò hanno influito anche gli episodi,infatti, abbiamo avuto due rigori contro molto generosi.
– Un Marcianise giovane che alterna buone prestazioni ad altre meno buone, è questo che i tifosi devono aspettarsi fino alla fine del campionato?
Una squadra molto giovane può avere grandi difficoltà e qualche approccio negativo ma per ciò che posso garantire ai tifosi marcianisani è che avranno una squadra che suderà con grande senso di appartenenza la maglia gialloverde. Poi voi sapete che questo girone è formato da squadre molto ben attrezzate e per questo potremmo definirlo il più difficile della serie D. Per colmare questo vuoto con squadre più attrezzate c’è bisogno di un grande lavoro che alcune volte può dare risultati immediati ma altre volte può dare risultati meno graditi. Ma sono convinto che il lavoro paghi sempre e se non fosse così squadre come il Frosinone o il Carpi non sarebbero mai arrivate in serie A. Posso assicurarvi che sia da parte mia che da parte dei giocatori l’impegno sarà massimo e continuo. Penso che il lavoro risulti meno difficile se avremmo il pubblico dalla nostra parte anche perchè la storia di questo club narra che i tifosi gialloverdi hanno fatto sempre la differenza e per questo spero di meritare, con il tempo, la stima di questa piazza così gloriosa. Spero di arrivare a quest’obbiettivo in minor tempo possibile ma il calcio è bello perchè nulla è scontato.
-Zona play-out che incombe, sembrava un Marcianise che doveva esserne fuori in maniera più tranquilla ma invece ora deve preoccuparsi?
Certo come dicevo prima è un campionato difficile ed equilibrato con una classifica molto corta. Tutte le squadre di media classifica devono stare attente e non esserlo significa non fare bene il tuo lavoro.
-Manca poco alla riapertura del mercato, il Dg ha sempre smentito nuove operazioni sul mercato, ma nonostante ciò lei pensa che interverrete sul mercato in queste settimane per rinforzare l’organico?
Se il mercato darà opportunità adeguate al progetto del Marcianise il dg non se le farà scappare ma penso che il migliore acquisto sarà il recupero degli infortunati.
-Ultima curiosità che ci ha lasciato perplessi e dato a pensare, lei parla di vicende extra-calcistiche che in questo periodo influiscono sulla squadra. A cosa si riferisce?
I miei riferimenti sono alla mancanze di strutture adatte per allenarci poichè non possiamo permetterci di allenare al Progreditur altrimenti arriviamo alla partita con il manto erboso in condizioni pessime. Ciò comporta a doverci allenare di mattina ed in un campionato dove a fare la differenza sono gli under è difficile conciliare le cose poichè come è giusto che sia loro devono dedicarsi agli studi. Credo che siamo l’unica squadra in Italia che si allena di mattina e ciò comporta qualche disagio. Ma ciò non ci crea alibi anzi ho sempre detto alla squadra che ciò ci rende più forti. Io per quanto riguarda ciò che mi compete spero di trasmettere queste difficoltà a tutto l’ambiente per cercare di unire città, pubblico e squadra per sopperire alle distanze che ci sono tra noi e gli altri club.
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