Sul Mattino quest’oggi una interessante intervista all’ex centrocampista della Casertana Teodoro Piccinno che sta vivendo con grande trasporto la stagione rossoblù. Con lui Armando Serpe ha parlato del primo posto e della possibilità di giocarsi le chance per la promozione fino alla fine. Ecco l’intervista completa.
Teodoro che effetto fa vedere la Casertana lassù? «Per chi come me ama quei colori è una sensazione bellissima. Un primato meritato perché la squadra oltre ai risultati esprime anche un bel gioco. Ho avuto modo di vederla dal vivo a Lecce e poi in streaming e mi ha fatto una grande impressione. Ha calciatori giusti nel posto giusto, una personalità enorme e si vede anche la mano dell’allenatore».
Intanto ha un buon margine di punti sulle inseguitrici. «E’ un dato confortante, ma non devono commettere l’errore di guardarsi dietro. Certo è bello notare il distacco con le altre, ma è un rischio. Meglio pensare soltanto a se stessi perché la stagione è lunga e le altre non stanno a guardare».
Eppure all’inizio si era parlato solo di salvezza. «Giusto partire con un profilo basso vedendo anche il girone. Squadre come Lecce, che a mio avviso resta una delle principali antagoniste, Foggia, Benevento, hanno investito molto per raggiungere determinati traguardi. Ecco perché è essenziale in questo momento concentrarsi su una gara per volta. Poi ad aprile se le cose rimanessero così si possono anche iniziare a fare calcoli. Ma la strada è ancora lunga».
Nell’89 la Casertana di Caramanno vinceva e divertiva, un po’ come questa di Romaniello.
«Si però era un altro calcio. La serie C1 di allora era composta da tantissimi calciatori di categoria. Oggi invece ci sono molti giovani e il ritmo è decisamente più elevato. Difficile fare un paragone con quegli anni, ma in fin dei conti interessa principalmente il risultato finale».
A distanza di oltre venti stagioni si sta scrivendo un’altra pagina della storia rossoblù. Ci si aspettava però un Pinto più gremito.
«Forse perché si è persa qualche generazione negli anni scorsi. Inoltre con la pay tv e orari insoliti si è perso qualcosa ma non solo a Caserta, in tutta Italia. Ai nostri tempi fummo fortunati perché giocavamo sempre davanti a ottomila spettatori e c’era un entusiasmo contagioso. C’era anche la Juvecaserta che andava bene e in città si respirava davvero un’aria molto speciale. Vedrete che se la squadra continuerà così il Pinto si colorerà di rossoblù».
Ma se dovesse andare come tutta Caserta si augura Piccinno tornerà per festeggiare?
«E’ una promessa. Innanzitutto perché la Casertana è la mia seconda pelle e merita di tornare in un campionato come la B, stavolta però restandoci a lungo. E poi in città ho tanti amici e sarà bellissimo riabbracciarli».