Altro viaggio nel passato della Casertana oggi sulle colonne del Mattino. Intervistato Pasquale Suppa, storico centrocampista esterno cresciuto nel settore giovanile rossoblù che fu tra gli artefici della promozione in B. Con lui Nico Marotta si è soffermato sugli aspetti tattici e ambientali che stanno caratterizzando questa ottima partenza in campionato della squadra. Ecco un estratto dell’intervista.
«Mi auguro di tornare al Pinto per festeggiare la promozione in B». Pasquale Suppa non ha dubbi: questa Casertana può riconquistare quella cadetteria che lui e i suoi compagni di squadra regalarono ai tifosi rossoblù 24 anni fa. Difficile paragonare questa Casertana a quella costruita da Cuccaro all’epoca della seconda promozione in B: «Era un calcio diverso – dice Suppa che con i falchetti, da secondo in panchina di Feola, ha vinto anche un campionato di Eccellenza – ma credo che oggi, come allora, per vincere nel calcio il gruppo sia fondamentale. Questa squadra sta dimostrando grande unione di intenti e su questo si può costruire qualcosa di importante».
Da allenatore, Suppa, tiene a fare i complimenti a Romaniello: «Credo sia tra gli artefici principali dell’avvio di stagione della Casertana. Non era facile vincere lo scetticismo iniziale, costruire una squadra solida nonostante la partenza in ritardo e conquistare la vetta davanti a tante corazzate. Non lo conosco personalmente ma a giudicare dalle poche partite che ho visto si nota che buona parte del merito dei successi sia sua».
Poi sulla rosa: «Non conosco i giocatori ma so che ci sono diversi elementi di ottimo livello per la categoria. Più che i valori tecnici, in questa squadra, contano quelli umani».
Lui l’ambiente Casertana lo conosce bene e sa qual è il segreto per vincere: «Non ho la bacchetta magica ma i tifosi possono essere un’arma decisiva. L’accoglienza riservata alla squadra di ritorno da Agrigento lo dimostra: Caserta sa dare una spinta impagabile ai suoi calciatori. Se la squadra continua a dare il massimo, soprattutto a confermare l’attaccamento alla maglia dimostrato finora, il Pinto tornerà a riempirsi come accadeva ai miei tempi e allora sarà tutto molto più semplice».
Poi il lato tecnico: «La storia insegna che la serie C si vince con la solidità difensiva, con il lavoro comune di tutti i reparti. Romaniello ha costruito una squadra tignosa, organizzata, brava a non subire gol prima ancora che a far- ne. Anche per questo sono fiducioso».
Inevitabile il ricordo di Cuccaro che, come i dirigenti di oggi, sapeva costruire un rapporto di grande stima con i calciatori: «So che la dirigenza attuale sta facendo un ottimo lavoro ma è troppo presto per fare paragoni con Cuccaro. Lui è stato un grande, ha regalato alla città delle emozioni uniche. Spero che l’attuale società resti nella storia del club come ha saputo fare lui».