Quando si disputano campionati senza alcuna pretesa, viene sempre difficile trovare argomentazioni da sviscerare. Questioni tattiche o tecniche passano in secondo piano se si gioca nell’assoluto anonimato. Un Marcianise che alterna prestazioni incoraggianti con partite insignificanti ai fini dello spettacolo non può che stazionare in una posizione di classifica che non sa nè di carne nè di pesce. Anche noi che siamo sempre stati pervasi da una passione smoderata per il magico facciamo fatica a trovare motivazioni che ci permettano di nutrire ancora speranze in una rinascita reale del calcio nostrano.
I fatti parlano chiaro, dopo dieci giornate il dato che fa più notizia è il solito, tribune del Progreditur deserte! Ai soliti noti che presenziano alle partite tra parenti e addetti ai lavori si aggiungono a occhio e croce una cinquantina di persone che fanno da cornice ad un quadretto poco adatto alla nostra gloriosa tradizione. Non si è mai visto uno stadio cosi deserto, nemmeno negli anni 50-60 quando il Marcianise giocava nelle categorie provinciali, e come spesso abbiamo ribadito con tanto di testimonianza non è una questione di categoria.
Ma allora ci chiediamo: che senso ha fare calcio in queste condizioni? È palese, dopo che era stato espresso in maniera molto chiara dalla tifoseria sia nel campionato scorso che all’inizio di questa stagione, che gli sportivi marcianisani hanno rigettato il presunto progetto dell’attuale dirigenza. Se negli ultimi tempi grazie al nostro costante impegno costellato da sforzi a 360 gradi eravamo riusciti a tenere in piedi quel pò di entusiasmo che registrava quanto meno presenze allo stadio quantificabili nelle 3/400 unità, ad oggi come conseguenza del nostro accantonamento si assiste ad un totale abbandono degli affezionati ai colori gialloverdi. I motivi di questo rigetto non stiamo qui ad elencarli per non essere ripetitivi. Ma una sola cosa ci teniamo a sottolineare; per avere successo in qualsiasi attività occorre prima di tutto la CREDIBILITÀ.
Ecco la risposta al perchè attualmente questa realtà calcistica non attira. Pertanto, nel momento in cui bisognerà tirare le somme, chi di dovere probabilmente potrà anche fare a meno di trovare attenuanti che oramai hanno fatto il loro corso. È inutile cercare alibi. Sono già stati ampiamente smentiti. Dunque, in attesa di sviluppi noi rimaniamo come sempre da sette anni a questa parte al nostro posto con la coscienza a posto, e se parliamo a nome di un intera tifoseria ne abbiamo ben donde. Sono altri che devono esaminare a fondo i loro obiettivi e trovare uno sbocco definitivo a questa situazione di stallo. Il calcio è della gente, se manca questo elemento…che calcio è?