Cuore ed umiltà. Ingredienti che hanno sempre contraddistinto la vita della Pasta Reggia Hermes Casagiove. Dal 1983 la società giallorossa non si è mai sbizzarrita in quel circo del calcio minore che ogni anno vede nascere, crescere e morire tanti falsi miti. Dell’ottica che il duro lavoro è l’unico che conduce a risultati sicuri, il club della famiglia Corsale ha sempre mantenuto un profilo basso, anche quando le posizioni di classifica avrebbero spinto chiunque a fare voli pindarici, a cambiare atteggiamento, trasformandosi di colpo in quello che l’Hermes non è stata mai.
Ed anche nella stagione attuale, la seconda consecutiva in Eccellenza, Merola & soci si sono catapultati nel raggruppamento casertano-napoletano in punta di piedi, senza mai travalicare i propri confini. La salvezza resta l’unico traguardo da perseguire. Un obiettivo da conquistare a furia di prestazioni concrete, in partite in cui non bisogna mollare mai. Neanche di un centimetro. Anche quando di fronte hai la capolista, la corazzata, quella che ha la stoffa per vincere il campionato. Come successo sabato, quando l’Herculaneum, al “Comunale” di Curti, ha dovuto arrendersi all’idea di conquistare la settima vittoria stagionale.
Ha dovuto mettere da parte le proprie ambizioni di vittoria su uno dei campi più ostici del girone, come è avvenuto per Sessana e Savoia nelle precedenti gare (solo il Portici ha avuto questo onore). Armate che lottano per il vertice e che invece a Curti si sono dovute accontentare di un misero pareggio od addirittura di una sconfitta, come è accaduto agli oplontini. Tre squadre che sono state intrappolate nella ragnatela difensiva di Domenico Santonastaso e che non sono riuscite a segnare neanche un goal. Eppure si sono dati il testimone, prima Dino Fava Passaro, Orazio Grezio, poi Tommaso Manzo, Luca Balzano, infine Badr Eddin El Ouazni, Vincenzo Caso Naturale e Raffaele Pianese. Gente che la porta vede ed anche abbastanza.
Ma è lì, quando tutto il mondo ti rema contro, quando nessuno scommetterebbe neanche un euro sulla matricola giallorossa, è lì che esce il caro vecchio cuore Hermes. Una nuova pagina indimenticabile della ultratrentennale storia casagiovese che, se dovessimo fare riferimento ad un film, si chiamerebbe “La classe operaia va in paradiso”. Il lungometraggio di Elio Petri calza a pennello per identificare la performance di una preziosità indicibile di tutti i calciatori giallorossi, dal capitano Merola al più giovincello degli under. Tutti uniti nel sorprendere il calcio minore campano e non. Nel segno di due grandi pregi. Il cuore e l’umiltà.