Casertana e Catania si incontreranno a distanza di quasi vent’anni. L’ultima volta finì 1-1 al Pinto con Sparacio che replicò a D’Isidoro. Per l’attaccante palermitano, ritiratosi lo scorso giugno dal calcio giocato, quello con gli etnei è sempre un match speciale. “Quella partita non me la posso dimenticare – racconta ricordando ogni dettaglio. Ero appena tornato alla Casertana dopo l’esperienza di Taranto. Era la prima partita che giocavo, ma si mise subito male. Loro passarono in vantaggio e noi ci catapultammo in attacco alla ricerca del pareggio. Lo trovai in mischia sfruttando anche il forte vento che c’era quella domenica. Fu un anno poco fortunato perché poi arrivò la retrocessione, ma la Casertana non l’ho mai dimenticata”. Con i catanesi aveva militato pochi mesi ad inizio carriera prima di trasferirsi nel ’92 alla Casertana nel campionato di C1. Cinque presenze prima del fallimento. Poi quattro gol in D nel ’93-’94 prima di esplodere definitivamente con 17 centri in 33 presenze che lo fecero approdare al Taranto. Complessivamente con i falchetti oltre trenta reti tra campionato e Coppa Italia. “Furono anni belli – continua il bomber – perché a Caserta mi trovavo bene. C’era Tobia come allenatore e la presidenza di Tilli e Tufano. Erano le prime esperienze da protagonista e forse avrei potuto fare anche meglio gestendo il lato caratteriale. Non ho sfruttato a dovere tutte le mie potenzialità, ma va bene così. Mi son divertito e il calcio è stata la mia vita fino a pochi mesi fa. Adesso mi sono concesso qualche mese di vacanza, mi dedico completamente alla famiglia e poi da gennaio sono pronto a ricominciare. Il mio futuro? Mi vedo ancora in campo, studierò per diventare allenatore perché in fondo questo è il mio mondo”. La Casertana ha significato tanto per lui e adesso la segue da lontano: “So che è ai primi posti della classifica e mi fa piacere conoscendo la piazza e il gran tifo che c’è. Mi auguro di vederla sempre più in alto. Quelli di Caserta sono stati anni indimenticabili”.