Il ko casalingo contro Torino brucia parecchio: non potrebbe essere altrimenti dal momento che i due punti erano, onestamente, a portata di mano. Per quasi tre quarti pieni, i bianconeri hanno palesato maggiore brillantezza, organizzazione, forza rispetto alla matricola piemontese che, salvata la buona pace di qualche giocatore, era apparsa realmente poca roba. Ed, invece, è così che va il basket: 10’ bastano ed avanzano per girare l’inerzia e scrivere un altro finale. Sorride Torino, si mangia le mani Caserta arrivata senza benzina alla volata finale. L’assenza di Siva non deve suonare come una giustificazione ma vuol dire tanto: basta vedere i problemi in regia e di attacco alla difesa schierata. Meglio quando si corre, ma non è sempre possibile farlo. Volare a 4 sarebbe stato meraviglioso, si resta a 2 con la speranza che la musica migliori quando entrerà l’ex Louisville. Infine fanno piacere le parole post gara di Ivanov (ma si sapeva) e Bechi (già meno aspettato ma comunque piacevole): anche queste sono vittoria da conservare. Anzi, forse sono le più belle quando gli apprezzamenti arrivano da persone che non vivono la nostra realtà.
PANCHINA CORTA. Premesso che l’assenza di Siva toglie una rotazione, premesso che Jones era ko per l’influenza (anche se, onestamente, si è visto poco ed è stato il mio preferito), premessi gli acciacchi di altri, ma qua e la ho sentito critiche circa la rotazione di uomini fatta da coach Dell’Agnello. La Juve, innegabilmente, è crollata alla distanza, nel quarto periodo era meno fluida in difesa, l’attacco si è totalmente spento, e qualche giocatore sembrava ‘alla canna del gas’. Sinceramente non credo che il Grinta abbia gravi responsabilità in tal senso: a ben vedere, la panca non esprimeva proprio tanto potenziale utile per far rifiatare i titolari. Certo, forse, Ghiacci qualche minutino poteva averlo, ma non è scandaloso il suo ‘ne’. La verità è che il roster è questo quindi, piaccia o meno, bisognerà stare vicino a questi ragazzi. Dulcis in fundo, io terrei Gaddefors…
L’ONESTA’. Una dote che sicuramente ha Sandro Dell’Agnello: entrare in sala stampa ed ammettere le lacune della sua squadra, non creando alibi per la sconfitta, è un dato da sottolineare. Senza Siva questa squadra fa una fatica disperata ad attaccare la difesa schierata: quando corre è un’altra storia. Sicuramente l’innesto del samoano metterà a posto anche questo aspetto che, fin qui, è deficitario. Giuri è stato preso per fare il cambio: fa quel che può, a volte sbaglia, ma sicuramente non manca d’impegno. El Amin è fuori posizione e si vede lontano un miglio; sbaglia i tempi del gioco, non ha grandissima visione, nel ruolo di play diventa poco pericoloso in attacco. L’onestà di dire che qualcosa non va non deve essere presa come arrendevolezza ma solo una presa di coscienza sugli aspetti da migliorare. E c’è da migliorare.
VERITA’. Non erano dei fenomeni prima, non sono dei somari adesso: quante volte l’abbiamo sentita sta storia, ed è azzeccata per la Juvecaserta. Già dopo la vittoria contro Varese era necessario volare bassi, avere la consapevolezza di aver preso un jolly insperato e di continuare a guardare solamente al gruppetto delle pretendenti alla salvezza. Non vorrei che qualche tifoso o addetto ai lavori abbiamo scambiato un successo a Masnago per il via di una cavalcata. Tutti se lo augurano, ovviamente, ma questo roster deve centrare la salvezza e, dunque, è pienamente in linea con la tabella di marcia considerando che regalare Siva è roba tosta e pesante.