Riceviamo e pubblichiamo integralmente un comunicato arrivato in redazione degli ultras Caserta dopo il provvedimento Daspo inflitto a 12 tifosi casertani.
“Una bomba lanciata nella mischia. Ma che casualmente colpisce obiettivi precisi. Un duro colpo inferto ad una tifoseria, che con sacrifici ed entusiasmo, aveva dato nuova linfa ad un movimento che aveva già pagato gli anni bui del calcio cittadino. Tutto d’un tratto ci siamo risvegliati con 12 Daspo tra capo e collo. Tutto questo cinque mesi dopo la partita su cui è stata focalizzata l’attenzione delle autorità competenti. Un ritardo che, già di suo, certifica come i fatti analizzati siano tutt’altro che palesi e lampanti. 12 Daspo giustificati da fatti raccontati parzialmente e senza dovizia di dettagli, fondamentali per completare quello che è un vero e proprio quadro accusatorio. Non siamo mai stati dei santi. Anche perché a noi non interessa esserlo. Le leggi della Curva cadenzano il nostro modo di vivere. E sappiamo che spesso il nostro agire possa travalicare i confini dei principi di legalità. Ma che si colpisca con cognizione di causa. Lo scorso 9 maggio, in quel di Salerno, non è stata certo una gita di piacere. L’odio verso Salerno ci scorre nelle vene. E’ tramandato di padre in figlio e esula dal semplice evento sportivo. Ma quanto letto nei provvedimenti è estremamente lontano dalla realtà. Non resteremo in silenzio ad ascoltare cose non accadute. Il web tracima di video che raccontano quanto realmente registratosi all’Arechi. Immagini chiare che non possono essere oggetto di interpretazione. Cosa che, invece, può essere fatta quando in faccia ti vengono sbattuti semplici fotogrammi. Fermi immagine a cui ognuno può dare il significato che più conviene. No. Non ci stiamo a rispondere di fatti distanti dalla realtà. Al termine della partita, la carovana di pullman, con una nutrita e fastidiosa scorta, si è incamminata verso l’autostrada. Da premettere che proprio le Forze dell’Ordine, nella solita frenesia, avevano fatto in modo che i bus fossero riempiti in maniera casuale. A tal punto che proprio gli ultimi della fila contassero all’interno oltre 70 persone. Questo aveva costretto l’autista a lasciare il portellone aperto, facile obiettivo di tifosi avversari. Ad un tratto davanti al penultimo dei bus in fila si è palesato un gruppo di persone che ne hanno provato a fermare la corsa. Una volta fermi è stato inevitabile la discesa in strada. Questo è bastato a mettere in fuga chi aveva inscenato una vera e propria azione provocatoria, a cui non fa ha fatto seguito una sufficiente dose di coraggio da parte loro. Avremmo voluto che tutto fosse raccontato nel dettaglio. Che la Questura di Caserta non chiudesse gli occhi di fronte a certi fatti. Avremmo voluto che la stessa scorta al nostro seguito verbalizzasse quanto l’ha vista protagonista. Di fronte a quanto stava accadendo, infatti, c’è stato l’immediato intervento dei Carabinieri. Quest’ultimi hanno iniziato a caricare in nostra direzione, prendendo di mira anche gli stessi agenti della Digos che, in abiti borghesi, non erano facilmente riconoscibili. Tutto questo non è mai stato menzionato. Hanno visto e provato sulla loro pelle cosa stava accadendo, ma non vi è traccia di alcuna testimonianza. Avremmo potuto digerire tutto ciò, se i Daspo avessero colpito i reali responsabili, pronti a farsi rispettare, nella consapevolezza dei rischi a cui si va incontro. Ma di fronte a provvedimenti di massa non possiamo restare in silenzio. Lotteremo sempre contro abusi e soprusi. La Caserta Ultras ha già dimostrato più volte di non temere niente e nessuno. Figuriamoci un misero Daspo. Lotteremo sempre affinchè sia la verità a trionfare e non gli interessi occulti di chi siede dietro una scrivania”.