Aggrediti e daspati, quando la giustizia non è uguale per tutti



I casertani a Salerno lo scorso 9 maggio
I casertani a Salerno lo scorso 9 maggio

A distanza di cinque mesi dal derby Salernitana-Casertana dodici tifosi rossoblù sono stati raggiunti dal Daspo. Sei di tre anni senza obbligo di firma e cinque anni con obbligo di firma per i restanti. Un provvedimento che ha suscitato stupore e tanta rabbia per come sono andati realmente i fatti. Innanzitutto in occasione di quella gara, i container che separavano il settore distinti dalla curva ospite misteriosamente non sono stati installati. All’arrivo dei pullman casertani le forze dell’ordine hanno faticato e non poco per contenere i sostenitori granata che a fine partita sono riusciti a colpire l’ultimo automezzo della carovana rompendo vetri con pietre e lancio di fumogeni. A quel punto i casertani si sono difesi per evitare di subire ulteriori danni. Dopo aver avuto rassicurazioni delle stesse forze dell’ordine sulla loro innocenza (“Abbiamo filmato tutta la vostra aggressione” è stato riferito qualche istante dopo) sono risaliti sui pullman per fare ritorno a casa. A distanza di tanto tempo, dopo aver daspato ben 22 granata due settimane dopo l’aggressione, arriva la decisione che colpisce al cuore il tifo casertano. Per la serie la giustizia non è uguale per tutti dal momento che un individuo ha il dovere di tutelarsi e difendersi in caso di aggressione. Il 9 maggio scorso i casertani sono stati vittima di un’aggressione e non certo i carnefici. La loro unica colpa è stata quella di difendersi…




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