Motivazioni a mille, voglia di far bene e trasmettere qualcosa di positivo ai bambini che verranno ad iscriversi presso la scuola calcio ASD Alfonso Camorani. Il massimo responsabile della scuola calcio Giuseppe Rossi crede tantissimo nei veri valori dello sport: “Puntiamo a togliere i ragazzi dalla strada. Tra di loro potrà uscire un ragazzo che può sfondare. La pressione dei genitori sarà buona, gli istruttori sono in gamba. Chi meglio di Alfonso Camorani potrà dare i consigli giusti per farli crescere col nostro progetto. Venite a trovarci, entrerete in un ambiente sereno e motivato”.
Pietro Pontillo, Alfonso Camorani, Alfonso Valente, Giuseppe Iuliano, Carmine Gagliardi lo staff degli istruttori: sono giorni importanti per quei tanti bambini che si avvicinano al calcio per la prima volta. Ci vuole applicazione e tenacia in tutto.
Il suo nome è un’assoluta garanzia. Un campione che ha calcato i campi di serie A ha tutte le carte in regola per poter trasmettere con la consueta umiltà gli insegnamenti giusti per sperare di potercela fare. La strada è lunga e ricca di insidie, l’unica ricetta è rappresentata dal lavoro e sacrificio: “Sono i primi giorni della scuola calcio, una società nata un mese fa con Pietro Pontillo. Non ci possiamo lamentare delle risposte avute: abbiamo quasi il gruppo dell’anno scorso. Sono istruttore dei 2002. I ragazzi vengono da noi perché lo vogliono. Il sottoscritto non si è messo a chiamarli uno ad uno. Ho lo stesso entusiasmo loro. Sono un ex calciatore. I ragazzi non devono essere illusi. Chi sa giocare a calcio viene graziato da solo e il talento viene fuori. Possiamo farlo passare da cinque a sei. Ci deve essere la voglia di allenarsi, di conquistare il posto in squadra. I tempi sono cambiati. Sono genitore di tre bambini e penso che siano fenomeni. Devono fare la scelta migliore possibile. Carlo Comando mi dà una mano unitamente a tutti gli amici istruttori.
Il preparatore dei portieri Generoso Rossi non ha bisogno di presentazioni:parla la storia che ha fatto. Una volta smesso di giocare è mia intenzione restare come osservatore. Ho tanta voglia ed entusiasmo.L’importanza della scuola è fondamentale. A dodici anni ho lasciato la scuola, ho la quinta elementare e vergogna nel dirlo. Se uno gioca ora in Lega Pro una volta smesso di giocare deve trovare lavoro. I ragazzi devono ascoltare i consigli di chi ha giocato a calcio. Poi al rettangolo verde il compito di dire se uno è bravo o meno”.
MARIO FANTACCIONE