L’emozione di Longobardi: “Il tricolore fu un miracolo sportivo e l’anno prossimo…”



Francesco Longobardi in finale a Milano
Francesco Longobardi in finale a Milano

Fu lanciato nel grande basket dalla Juvecaserta e 24 anni fa era in campo al Forum di Assago per quella storica gara 5 contro la Philips. Francesco Longobardi ha vissuto con emozione l’anniversario di quella grande, meravigliosa impresa. A distanza di tanti anni i ricordi sono impressi nella memoria come se fossero accaduti il giorno prima. “Ogni tanto – esordisce – mi fermo a ricordare i tempi d’oro della Snaidero e Phonola. Proprio pochi giorni fa a Bari fui riconosciuto da due clienti che all’epoca seguivano da vicino la Juvecaserta e mi ha fatto enormemente piacere andare indietro con la memoria. Parlavamo di un miracolo, un autentico miracolo che è e resterà indimenticabile. A 24 anni di distanza ricordo come se fosse ieri l’ultimo minuto della finale. La consapevolezza di aver compiuto qualcosa di straordinario. Ma già in gara 4 dimostrammo di poterli battere anche in casa loro, fu un successo che ci caricò al massimo. Salimmo a Milano con la convinzione di potercela fare”. Oggi quella Phonola si farebbe rispettare. Ne è convinto lo stesso Longobardi: “Il basket è cambiato enormemente diventando molto più fisico. Però dico che se allenati con una condizione fisica ottimale potremmo ancora giocare. Sarebbe solo una questione di età, ma quel roster era vincente nella mente. Tanta tecnica, meno muscoloso rispetto alle squadre di oggi, ma vi assicuro che non sfigureremmo”. Dopo quella esperienza, la guardia originaria di Cava de’ Tirreni tornò nel ’97-’98 in bianconero contribuendo in maniera decisiva nella rincorsa alla salvezza. ”Ci salvammo facendo un altro mezzo miracolo – continua – perché nelle ultime settimane non c’erano neppure i soldi per noleggiare i pullman. A Trieste riuscimmo a partire grazie ad una colletta di tifosi e dirigenti. Ma era uno spirito diverso, un altro basket. Purtroppo oggi Caserta è tornata in A2, ma ha dimostrato nel tempo di sapersi rialzare. C’è sempre stata tanta passione e competenza anche nei momenti bui. C’è quel pubblico fantastico che prende per mano la squadra, il Palamaggiò che è la storia del basket italiano. Rispetto a tante altre Caserta ha cultura sportiva, quella tradizione che per risalire è essenziale”. Infine un desiderio: “Caserta è di fatto la mia seconda casa e sarebbe stupendo l’anno prossimo poter scendere nuovamente in campo: le vecchie glorie tricolore per un’amichevole al Palamaggiò. Sarebbe emozionante a 25 anni di distanza ritrovare quel gruppo così affiatato e vincente. La storia di quel club merita di essere ricordata, sempre”.




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