La sfida di domenica contro il Catanzaro sarà decisiva per la rincorsa playoff della Casertana. Una gara che nasconde non poche insidie vista la posizione di classifica dei calabresi che non hanno da chiedere più nulla a questo torneo. Sarà una partita dal dentro o fuori, quasi come quella del 28 aprile ’91 quando al Pinto arrivò l’undici di Rambone. Casertani lanciatissimi verso la cadetteria, gli avversari disperati ormai con un piede in C2. Risolse un guizzo di Raffaele Cerbone allo scadere. Serpentina di Piccinno sulla corsia sinistra, palla al centro deviata da un avversario, mischia in area e Cerbone fu il più lesto di tutti a colpire la sfera di testa anticipando De Toffol in uscita. Ottomila tifosi in delirio. “Potranno passare anche 50 anni, ma emozioni, sensazioni e gioie del genere resteranno per sempre”. A distanza di 24 anni Raffaele Cerbone, oggi allenatore del Budoni (serie D girone G), ricorda perfettamente quella vittoria con cui i falchetti balzarono al comando della classifica: “Lo stadio era pieno. Arrivavamo dalla sosta e ci preparammo a giocare le ultime sei giornate di campionato. Si avvertiva nell’aria qualcosa di magico. Sapevamo di dover vincere per non perdere il treno promozione, ma quel Catanzaro ci fece penare. La partita non fu bella, avemmo diverse occasioni, ma ricordo che ci furono parecchi interventi duri da parte loro e anche a fine gara tante polemiche perché con quella sconfitta si giocarono la salvezza. Quel gol a tempo scaduto non lo dimenticherò mai. Entrai ad inizio ripresa e mister Lombardi mi caricò molto. Il pallone si alzò e mi avventai subito. Fu una liberazione, corsi ad urlare tutta la mia gioia sotto la curva nord. Mi lasciai alle spalle un periodo poco fortunato e mi sbloccai perché poi segnai altri tre gol nelle altre gare”.
Quella di domenica a quattro gare dalla fine potrà essere ancora più decisiva: “Giustissimo – conferma l’ex attaccante – perché bisogna recuperare quattro punti al Matera. Per fortuna c’è anche la gara di Martina e d’ora in poi la Casertana non deve più perdere. Purtroppo nel calcio la componente fortuna a volte è essenziale. Ho visto la gara di Foggia e davvero siamo stati fermati solo dalla sfortuna. Credo nelle qualità di questa squadra e soprattutto dell’allenatore. Con Campilongo ci sentiamo e conoscendolo posso dire tranquillamente che è il valore aggiunto. Ha grande personalità, carisma e tanta esperienza. La Casertana è parte di me e ho sempre fatto il tifo per quei colori. Sono ottimista, possiamo farcela”. Una rincorsa simile al suo Budoni che dopo essersi salvato ora strizza l’occhio al quinto posto: “Sarebbe un sogno – conclude Cerbone – perché abbiamo lavorato tra tante difficoltà, ma siamo riusciti a essere sempre noi stessi. Con una squadra giovane centrare l’obiettivo con largo anticipo e ritrovarsi a giocare addirittura per un posto nei playoff è qualcosa di straordinario. Come la Casertana abbiamo il dovere di provarci e speriamo di riuscirci insieme”.