Tre minuti di follia. Un black out totale di 180 secondi che hanno compromesso una partita e reso un po’ più in salita la corsa ai play off della Casertana. Iannini prima, De Franco poi, al ‘XXI settembre’ di Matera, hanno indirizzato un match che, a parte un palo di Letizia, era stato giocato con ordine dalla compagine allenata da Salvatore Campilongo, alla quale, però, era sempre mancato l’ultimo passaggio.
Nel secondo tempo la squadra trova subito la rete che accorcia le distanza ma poi non riesce mai a mettere seriamente in pericolo Bifulco, tranne con Tito all’ultimo secondo. La traversa salva Mucciante, improvvisato portiere per via dell’espulsione, arrivata nei minuti di recupero, del suo estremo difensore.
Quello che è accaduto dopo il rosso a Bifulco, non merita commento. Non è calcio. È esasperazione. È rabbia che trascende in follia. E, dato che chi scrive ama il calcio nella sua essenza più profonda, quella di sport, pensa sia giusto non dare ulteriore risalto a ciò che ha rovinato una partita magnifica. Una gara giocata a ritmi intensi ed a viso aperto da entrambe le squadre: insomma, poteva (e doveva) essere un bello spot per la Lega Pro. Così non è stato.
Quello che resta è che la Casertana, dopo l’esame di Castellammare di Stabia, stecca anche quello di Matera. Un ruolino di marcia, quello dei Falchetti negli scontri diretti, che lascia a desiderare. La prova di forza, contro una big (dato che contro le piccole, nonostante le tante assenze, si è vinto), che tutti s’attendevano, tarda terribilmente ad arrivare (il 6 gennaio fa, e farà, storia a parte) ed ora con il Lecce diventa una partita da vincere a tutti i costi. Proprio per questo, il presidente Lombardi ha voluto compattare la squadra, ordinando un ritiro, che non è punitivo, a Cava, al fine di preparare al meglio il match.
Di certo, in questa settimana bisogna risolvere un paio di equivoci. Avanti Diakitè sembra sempre più l’ombra di se stesso, urge reinserire Mancosu tra gli uomini che scendono in campo dal primo minuto, c’è la necessità di reintegrare Agodirin nelle gerarchie offensive e bisogna sperare che Mancino sarà del match.
La presenza dell’ex trequartista del Grosseto pare indispensabile per le sorti delle partite di campionato dei Falchetti. Da quando è arrivato mister Campilongo, quando non ha giocato NM10 non si è mai vinto: 2 pareggi (Reggina, Aversa Normanna) e 2 sconfitte (Juve Stabia e Matera). Quando, invece, Mancino è stato messo in campo dal primo minuto: 6 vittorie, 1 pareggio (dove ha segnato un gran gol, a Cosenza) ed una sola sconfitta (immeritata e sfortunata, all’esordio contro il Foggia, nella quale ha siglato l’1-2 e preso un palo). La sensazione è che il giocatore sia un punto di riferimento importante per la squadra ed è l’elemento offensivo meno prevedibile dell’intero organico rossoblù.
Sarà una lunga settimana. Giorni intensi che porteranno la Casertana a giocarsi buona parte della stagione contro una corazzata che, però, in trasferta stecca terribilmente. Un po’ come i Falchetti che, lontano dal ‘Pinto’, non hanno mai vinto nel 2015.