Si può pensare che la sconfitta in quel di Milano sia il male peggiore? Assolutamente no. Perdere contro i campioni in carica era preventivabile e prevista da tutti gli addetti ai lavori e dai bianconeri in primis. Quello che pesa come un macigno, anzi come tutto il peso specifico delle Alpi e degli Appennini è la vittoria di Pesaro in quel di Cremona. Due punti pesanti, due punti infuocati che spediscono i bianconeri a meno 6 dai marchigiani. Un gap che rende tutto molto più nero in casa Juve, tutto molto più difficile come iniziare il Mortirolo con 6 minuti di distanza rispetto al diretto avversario per la vittoria della maglia particolare in questione: quella della salvezza.
PRIMO QUARTO
Partenza cinque stelle lusso per i bianconeri che da vittima sacrificale è invece scesa sul parquet lombardo con le idee chiare. Ivanov, Vitali e Michelori aprono le danze, Milano risponde a tono con i punti a raffica del capitano dell’Armani Alessandro Gentile (8 punti), ma sono le due triple di Mordente a tenere Caserta avanti nella contesa nonostante le opposizioni di Joe Ragland (17:22).
SECONDO QUARTO
Al ritorno in campo Caserta perde qualche pallone di troppo e consente ai padroni di casa di recuperare il gap di svantaggio dopo i primi dieci minuti. Meacham mette i liberi, ancora una palla persa di Caserta e l’affondata di Scott serve a poco (28:27). Gli errori aumentano da una parte e dall’altra, Caserta resta attaccata al match al suono della sirena dell’intervallo lungo grazie ai canestri di Tessitori e soprattutto grazie all’ennesima tripla di Mordente (34:36).
TERZO QUARTO
Il terzo quarto si apre con un solo nome sugli scudi e per sfortuna della Juve non è scritto sulle canotte bianconere. Alessandro Gentile segna otto punti in fila (16) facendo venire il mal di testa a Vitali. La buona notizia per coach Markovski, però, porta il nome di Tessitori e Ivanov (47:45). La terza frazione è anche quella più gradita a Sam Young che come contro Trento inizia a mandare a bersaglio canestri su canestri. Dall’altra parte del campo, però, il nuovo rebus irrisolvibile del timoniere bianconero, porta il nome di Samardo Samuels. Troppa la mole che il jamaicano si porta a spasso, troppi i centimetri ed i chili e Milano torna a guidare il match (54:50). Markovski tira fuori dal cilindro quella che per lui dovrebbe essere la mossa della svolta e schierando in campo cinque piccoli con Antonutti al centro dell’area al fianco di Young. L’idea è ovviamente quella di tirare fuori dall’area colorata Samuels durante la fase offensiva, ma altrettanto ovvia è la conseguenza difensiva con Samuels che fa il vuoto e Ragalnd a pulire i pochi errori e palloni vaganti al suono della terza sirena di serata (60:52).
QUARTO QUARTO
L’idea tattica dell’ex coach anche di Venezia dura pochissimo. Dentro Michelori, ma il risultato finale cambia di pochissimo, considerando che il jamaicano mangia in testa anche al lungo milanese (63:53). Ivanov e Moore aprono il fuoco dalla lunga distanza. Gentile prova a prendersi Milano sulle spalle ed il risultato è un match ancora aperto dopo qualche rappresaglia di inerzia completamente dalla parte dei padroni di casa (68:65). Come un film già visto, nella parte finale e decisiva del match la Juve perde un paio di palloni sanguinosi sui quali si avventano come squali pronti ad azzannare Linus Kleiza e Brooks che riportano Milano a quasi due possessi di distanza e mettendo la parola fine ad un match che dal punto di vista del futuro ha meno peso ed importanza di quanto, invece, è successo a Pesaro.
ARMANI MILANO-JUVECASERTA 78-71
ARMANI MILANO: Ragland 15, Kleiza 6, Cerella 2, A.Gentile 21, Samuels 17, Meacham 2, James 6, Villa ne, Brooks 3, Melli 2, Moss 4, Gigli ne. All. Banchi.
JUVECASERTA: Gaines ne, Mordente 8, Young 17, Antonutti, Tommasini 2, Michelori 5, Moore 12, Tessitori 7, Scott 6, Ivanov 7, Vitali 7. All. Markovski.
PARZIALI: 17-22; 34-36; 60-52.
ARBITRI: Taurino, Aronne e Quarta