Altro giro altra corsa, altra partita ed altra sconfitta per la Juve che allunga il proprio digiuno stagionale a quota otto. Altro giro, altra corsa ed altra partita che per dirla alla Markovski, la Juve non ha vinto prima che perdere. Un match fatto di Sali e scendi, di up and down con un terzo quarto in cui tutti gli aficionados di Terra di Lavoro avevano provato a sperare il grande colpaccio. Alla fine, però, il testa-coda della classifica non delude e non riserva sorprese e con ogni probabilità più per demeriti e colpe dei bianconeri che per meriti dei padroni di casa. Venezia che ha avuto un solo merito quello legato a Hrvoje Peric. Il giocatore croato ha fatto e sfatto i bagagli di un match che nei momenti importanti ha sempre visto l’ex Cremona protagonista. Ma anche lui non ha dovuto fare altro che essere uno squalo che annusava l’odore del sangue e pronto ad azzannare una Juve che ha sanguinato paurosamente per tutto l’ultimo periodo. Quaranta ad uno la valutazione dell’ultimo quarto, 6 le palle perse prima degli ultimi due minuti di partita ovvero quelli in cui ormai la mente era proiettata verso l’ennesima mazzata stagionale. Bicchiere mezzo pieno? Probabile un solo quarto, come quello in cui la Juve ha dimostrato di poter essere un qualcosa di diverso dallo zero in classifica. Una magrissima consolazione se quasi inesistente per il semplice fatto che il tassametro scorre e domenica prossima c’è un match stile ultima spiaggia per la truppa di Markovski contro Trento.
PRIMO QUARTO
La prima mossa tattica la schiera coach Markovski che piazza in quintetto Michelori e soprattutto Scott e non Ivanov al fianco del lungo milanese. Di Young i primi quattro punti bianconeri, Venezia ci mette qualche minuto prima di innescare tutto il suo arsenale e arriva il primo vero parziale lagunare con Ress, Dulkys e l’affondata di Stone (10:4). Gaines subito fuori per far posto a Tommasini, Ivanov prova a rispondere alle necessità di Markovski di avere più mobilità sul perimetro per contrastare la mano calda di Ress e Peric con quest’ultimo che si dimostra da subito la spina nel fianco della Juve (14:5 al 6’). L’attacco della Reyer è una macchina ben oliata e manda spesso all’aria la difesa casertana. La ricetta del timoniere bianconero è un quintetto mini pressing alto che però non sortisce gli effetti sperati (20:12). Ivanov è l’unico a tenere vivo lo ‘score’ di Caserta, Ceron si iscrive alla partita ed al primo mini intervallo è 24:16 pro Reyer.
SECONDO QUARTO
Goss ed Ortner riprendono da dove avevano lasciato. La Juve risponde con Claudio Tommasini ed Andrea Michelori che mandano a bersaglio un gioco da tre punti a testa (27:21). L’esterno bolognese dimostra di essere nello stesso stato di grazia della scorsa settimana e prima imbuca la zona veneziana e poi infila la tripla dal palleggio regalando a Caserta il -1 (30:29). Venezia torna a segnare, la Juve no demorde e trova il primo vantaggio dopo il primo canestro di Young in apertura, con la tripla di Antonutti (35:36). Il vantaggio bianconero, però, dura poco vista la tripla di Dulkys, ma il match torna in parità con i liberi di Ivanov (35:35). Il bulgaro commette il suo secondo fallo dopo quelli di Scott e Young, Ress, Goss e Stone provano a mettere paura ai dirimpettai, ma la tripla di Mordente rimette i bianconeri in scia dei padroni di casa e match all’intervallo lungo sul 42:38.
TERZO QUARTO
Markovski riparte da dove aveva lasciato e cioè con Tommasini in campo. L’esterno bolognese continua ad essere l’ago della bilancia dell’attacco di Terra di Lavoro che scopre, anzi riscopre la mano incandescente di Scott che torna ad essere nella terza frazione, quello che nella parte finale della scorsa stagione aveva impressionato i piani alti di Pezza delle Noci. Venezia sbanda su ambo i lati del campo e Recalcati è addirittura costretto a chiamare un time out per fermare l’emorragia veneziana. Peric toglie le castagne dal fuoco della Reyer, Young e Scott martellano la retina avversaria, ma anche il finale dei primi trenta minuti di gioco è nelle mani della Juve con la tripla di Antonutti per il +7 Juve al 30’ (59:65).
QUARTO QUARTO
Il ritorno in campo è caratterizzata da un altro sussulto firmato Sam Young. Tripla dell’ex Nba alla quale arrivano qualche errore di Moore, ma soprattutto quattro punti in fila per Venezia e la zona fronte dispari di coach Recalcati che arriva come un sassolino nell’ingranaggio di Terra di Lavoro. Markovski panchina Moore, Gaines segna un canestro viziato da passi ma non per gli arbitri e la Juve deve fermare il gioco con un time out dopo il long two di Peric che riavvicina i lagunari (66:70). L’inerzia sembrava nelle mani dei viaggianti, ma in un attimo cambia padrone dopo gli errori di Moore e Young. L’attacco bianconero va in semi tilt sull’aggressione della difesa locale e arrivano quattro palle perse consecutive che lanciano il punteggio sul 74:70. Young conclude il 2+1 dalla lunetta, Stone sfida Ivanov andando fino al ferro e il finale di gara diventa incandescente (76:73). Viggiano disinnesca per due volte di fila Young, mentre Peric prima infila la tripla e poi ruba la palla e vola in contropiede allungando il vantaggio dei padroni di casa sul +8 (81:73). Le olive nel martini lagunare le mette Tomas Ress che con calma serafica dalla lunetta chiude i conti con una partita che però ha avuto un solo padrone: Hrvoje Peric.
UMANA VENEZIA-JUVECASERTA 88-76
UMANA VENEZIA: Goss 11, Stone 18, Dulkys 10, Peric 24, Ress 14, Viggiano 3, Ceron 2, Ruzzier, Ortner 6, Moore, Visconti ne. All. Recalcati.
JUVECASERTA: Gaines 2, Mordente 10, Young 18, Antonutti 7, Vada ne, Tommasini 10, Michelori 5, Moore 2, Sergio, Scott 9, Ivanov 13. All. Markovski.
PARZIALI: 24-16; 42-38; 59-65
ARBITRI: Baldini, Mattioli e Bettini