Anche Cantù passa al Palamaggò, ancora lo ‘0’ a far compagnia ai bianconeri nella classifica ma, ora, sono ben 4 le distanze da recuperare dalla zona salvezza. La situazione si complica, inutile girarci intorno: la paura cresce anche perché il calendario si fa in salita e domenica sera si va al Taliercio. Stavolta, almeno, i bianconeri hanno giocato e non si sono sciolti al primo colpo. +18 nel secondo quarto, +9 a 3 minuti dalla sirena: la partita, forse, è tutta qui. Nelle occasioni sprecate quando sembrava fatta. Bravi i neo arrivati Antonutti ed Ivanov, stellare Tommasini ma quasi tutto sopra la sufficienza. Un ‘6’ che manca nella pagella di Moore sempre in difficoltà ed ora con lo spettro di Chase.
Oggi, infine, coach Markovski ha vissuto una giornata da dimenticare. In bocca al lupo coach, sembra sempre più una stagione nerissima.
ALLELUJA. Sono settimane che dico, e con me veramente in tanti, che basta metterci la grinta e la voglia per poter uscire a testa alta dal campo pur con una nuova sconfitta sulla gobba. Sabato sera, almeno, la Juvecaserta ha giocato a pallacanestro… per la prima volta in questa balorda stagione che sta dando solamente dispiaceri. Ed il pubblico ha apprezzato lo sforzo dei bianconeri con l’incitamento continuo e gli applausi dopo la sirena. Adesso servono i due punti.
PATERNICO’, ANCHE NO. Come rovinare una partita. Rovinare, sia chiaro, perché qui nessuno si sogna di andare oltre. Deve prevalere sempre il buon senso quando hai un fischietto al collo; a maggior ragione se hai tanti anni di presenza sui legni d’Italia. Paternicò è riuscito a fischiare due tecnici in 2” a Sam Young: espulso nel terzo quarto. Prima una protesta e poi un flopping. Nel mezzo un salto all’indietro mortale dell’ex Pacers che, sicuramente, c’ha messo del suo ma stavolta ha colpe minori. Paternicò male, male.
FURIA BULGARA. Lasciamo stare i passaporti pezzotti, Dejan Ivanov è il secondo bulgaro della storia bianconera dopo Giorgione Glouchkov e, se il buongiorno di vede dal mattino, c’è di che stare sereni. Come il suo illustre compatriota, Ivanov ci mette tantissimo cuore in quelle furibonde battaglie vicino ai cristalli. Attributi, voglia, grinta e tanto cuore: sono bastati 40 minuti per fare breccia nella Juvecaserta e la sua gente. Ma, d’altronde, basterebbe solo questo: voglia. E Dejan ne ha da vendere.
VERITA’. “7-0… è 7-0” si diceva nell’Allenatore nel Pallone davanti al povero Oronzo Canà. “7-0… è 7-0” per un tremendo record negativo. “7-0… è 7-0” per capire che bisogna cambiare marcia anche se, ora, il calendario diventa più difficile. “7-0… è 7-0” perché Caserta vuole uscire da questa crisi nerissima. “7-0… è 7-0” perché essere ultimi da soli fa tremare le gambe. “7-0… è 7-0” perché essere a -4 dalla salvezza fa venire i brividi. Togliamo questo maledetto 0.