Quando una gara scotta, e la posta in palio vale ben più dei due punti, ne escono sempre partite tirate, che si giocano sul piano tecnico tattico, in cui la differenza tra un sacrificio, una palla sporca o un contatto pesano sul piatto della bilancia alla fine. Non fa eccezione questa sfida tra Caserta e Capo d’Orlando, degno della Cavalleria Rusticana per l’agonismo e la voglia messa in campo, autentica stecca per palle perse e giochi involuti al vaglio dei palati della pallacanestro più fini. Sembra un testa a testa a chi gioca peggio e alla fine la contesa premia Capo d’Orlando, trascinata nel quarto periodo da un Freeman che si accende, dopo più ombre che luci nei primi 30′. Per la guardia americana alla fine ci saranno 27 punti 9/24 dal campo, con 5 falli subiti e 7/7 in lunetta. In doppia cifra per i siciliani anche Archie (12 + 7 rimbalzi), ma decisivo Soragna, 9 punti con un solo errore dal campo, tutte le giocate decisive tra cui il (dubbio) sfondo preso su Young che di fatto decide la sfida. In casa bianconera 20 punti (8/17) 9 rimbalzi 4 assist e 7 falli subiti per Young, sul conto del quale pesano però anche 9 palle perse, dovute anche e soprattutto al fatto di essere l’unico vero cervello di una squadra ancora in costruzione. Provano a dare una mano anche Gaines e Scott, 14 punti ma in periodi segnati da autentiche fiammate, col lungo che forse partendo dalla panca ha trovato la sua giusta dimensione. Michelori solito gladiatore con 10 punti e 4 rimbalzi in 28 minuti, un extra dovuto all’infortunio di Howell. Male Moore, fermo al palo. Squadra che ha mostrato qualche segnale di ripresa ma che deve ancora trovare la sua identità.
Inizio positivo dei ragazzi che in settimana hanno accolto Zare Markovski, che con la tripla di Gaines (unico sussulto del suo scialbo primo tempo) e l’alleyop chiuso da Young volano sullo 0-6, che diventa anche 2-8 quando Michelori, schierato in coppia con Howell, segna in rovesciata. Quello che sorprende è la dedizione e la voglia di buttarsi sui palloni vaganti troppo spesso concessi dai padroni di casa, ma quando Freeman, anche baciato dagli dei del basket, trova il fondo del secchiello, l’inerzia cambia improvvisamente e il 6-0 condito dalle triple di Archie e Burgess regala ai paladini il primo vantaggio della gara sul 12-10, con la panchina Casertana che chiama timeout. Polveri bagnate e cervelli d’attacchi pigri non producono granchè da segnalare, tra contatti sporchi, palle perse da ambo i lati e Juve che, forse anche alla ricerca di applicazione dei nuovi schemi, muore spesso con la palla in mano. La bomba di Scott manda agli archivi il primo quarto sul 12-13, con Howell costretto a tornare precauzionalmente negli spogliatoi per un problema al braccio.
La tripla di Young apre le ostilità del secondo quarto, con l’ex Pacers che ci intensità in difesa, anche se con qualche tiro di troppo (4/10 nel primo tempo per lui). A penalizzare i ragazzi in bianconero è il bonus speso prematuramente dopo solo 2′ con l’Upea che inizia a dare palla sotto anche solo per forzare il contatto e prendersi i due liberi dalla linea. In mezzo a tanto anti basket è la contesa tra Archie e Young ad accendere saltuariamente i toni. Duello d’altri tempi quello che vede opporsi Soragna e Mordente, che si rispondono colpo su colpo a suon delle giocate che li han resi protagonisti con la canotta della nazionale. Il jump di Young vale il +3 Caserta (23-26), ma la tripla di Pecile prima e i viaggi dalla lunetta di Archie e Freeman poi, segnano sul tabellone un 30-28 specchio della brutta pallacanestro vista sul parquet.
Lo spettacolo continua a latitare nella ripresa, con Caserta che deve rinunciare ad Howell, infortunio da valutare. Gaines si accende in avvio, firmando da solo uno 0-6 che porta la Juve ad avere quattro lunghezze di vantaggio. Nel momento in cui dovrebbe infierire il colpo del ko, Young si intestardisce nel prendersi la squadra sulle spalle e inanella ben 5 palle perse di fila. Freeman non resta a guardare e fa pentole e coperchi per i suoi. Un gioco da tre punti, una tripla e due liberi della guardia americana creano un break di 8-0 che capovolge inerzia e risultato, facendo esaltare il PalaFantozzi e regalando all’Upea il 38-34 al 24′. La Juve ha già speso il bonus, ma trova Scott pronto in uscita dai blocchi per ben due volte e le sue triple sono ossigeno. Young si riscatta e con due jump di puro talento regala il controsorpasso ai campani (40-44). Freeman tiene a galla i suoi, ma quello che preoccupa Griccioli è che i suoi giocatori solo con giocate individualiste ed estemporanee riescono ad andare a bersaglio. Ne è la dimostrazione il giro dorsale con schiacciata al seguito di Sandro Nicevic. Basile ci prova sulla sirena del terzo quarto, ma la sua conclusione si spegne sul ferro, all’ultimo stop and go è 45-46 Juve.
Freeman continua a sparacchiare dal campo, essendo più croce che delizia per i suoi, Archie costretto ad uscire per un problema al volto e la tripla ben costruita per Gaines porta di nuovo la Pasta Reggia sul +4. Young si mette al servizio dei suoi, prima con lo step back poi con una palla che canta per Michelori, stoicamente in campo quasi per tutto il match, che appoggia al vetro per il 47-53 al 34′. Nel baratro del gioco più cupo e involuto, l’Upea trova la luce con Soragna che dal parcheggio brucia la retina, poco dopo Freeman nel traffico appoggia al vetro e tornano i fantasmi in casa Juve. Altra palla persa e sempre Freeman (che ha già scollinato abbondantemente i 20 tiri), stavolta con la tripla forzata, fa esplodere il pubblico di casa, siglando il sorpasso a 5′ dalla fine, costringendo Markovski al timeout. Young è abbandonato dai compagni, Scott tiene botta con la tripla sullo scarico dell’ex Pacers, ma sul fronte siciliano c’è ancora e solo Austin Freeman. Gaines in uscita dai blocchi si fa trovare pronto, e la Juve resta incollata all’Upea (59-58 al 37′), e quando poi la palla scotta ci pensano gli uomini di esperienza a metterla dentro. Soragna e Nicevic per i padroni di casa, Michelori per i casertani. Freeman sul +3 sbaglia un canestro facilissimo che poteva essere il match point, la Pasta Reggia lascia le responsabilità a Young che si prende il fallo ma dalla lunetta fa solo 1/2 (63-61 a 1’10” dalla fine). Con ogni possesso che conta Archie è caparbio nel prendersi il fallo di Michelori, ma anche la sua mano trema, ed il divario resta di tre lunghezze. Young si butta dentro e Soragna si prende uno sfondo molto dubbio, dati i suoi piedi sullo smile del semicerchio. Peccato perchè sarebbe stato fallo e canestro. Freeman si prende anche lui il fallo in penetrazione e dalla lunetta col percorso netto mette due possessi pieni di vantaggio. Non mollano i ragazzi di Markovski, ma lo sforzo è vano. Finisce 68-64 per l’Upea che così riesce a sfatare il tabù casalingo e a mettere in cassaforte due punti preziosi. Per la Juve neanche il cambio in panchina è servito da scossa e seppure i progressi si sono visti, la strada e il lavoro da fare sono ancora tanti.
Upea Capo d’Orlando – Pasta Reggia Caserta 68-64 (12-13; 30-28; 45-46)
Upea: Archie 12, Freeman 27, Hunt 2, Basile, Soragna 9, Nicevic 6, Pecile 5, Karavdic ne, Burgess 7, Strati ne. All. Griccioli
Pasta Reggia: Howell 3, Gaines 14, Mordente 3, Young 20, Tommasini, Michelori 10, Sergio, Tealdi ne, Moore, Scott 14. All.Markovski