Primo giorno di Zare Markovski alla corte bianconera che diventa, dunque, il quarto allenatore straniero della Juvecaserta dopo McMillen, Tanjevic e Zeravica. Primo giorno di lavoro per il coach macedone chiamato a salvare una nave che perde acqua da tutte le parti. Prime parole dell’ex guida tecnica anche di Avellino, Bologna, Pesaro e Venezia nella passata stagione: parole, come sempre, chiare, dirette e senza tanti giri.
“Sono onorato di venire in una piazza storica del basket italiano e non dico niente di nuovo; personalmente mi sono specializzato le vecchie glorie della pallacanestro, sono venuto con l’entusiasmo di chi vuole dare una mano ad una società che merita di stare in A per quanto contribuito alla pallacanestro italiana – attacca il coach macedone -. In questo momento il tempo non è galantuomo, bisogna agire al più presto con gli aggiustamenti. Dobbiamo produrre, sul campo, il miglior gioco possibile”.
Come giocherà la sua Juvecaserta?
“Dopo 25 anni di lavoro, preferisco adattarmi io alla squadra e non viceversa. Soprattutto in questi casi, se fossi testardo nel volere una squadra come me, sarebbe grave. Sono qua per ottenere il massimo da questo gruppo”.
Ha visto la Juve in queste prime giornate? Che idea si è fatto?
“La squadra non dà tutto quello che può, ho visto un team che psicologicamente va giù anche a causa dei risultati. Negli ultimi due match il team ha avuto una involuzione notevole; contro Cremona non è stato solo un problema tecnico, ma soprattutto di testa. Ci vuole una sorta di elettroshock, ma ogni paziente è diverso. Tecnicamente manca il tiro dalla lunga distanza ma bisogna cercare di ottenere il massimo da questi ragazzi anche se dobbiamo essere veloci nel capire dove migliorare”.
Ha cambiato due play nelle ultime due avventure italiane. Un segnale?
“I cambi di play avuti a Pesaro e Venezia sono diversi da spiegare. Nel caso, qui sarebbe un ulteriore soluzione diversa. Quando sei ultimo in classifica tutti sono nell’occhio del ciclone; prima devo capire chi fa meno danni. Eventuali correttivi sono quotidianamente sotto osservazione, dove evidenzierò le lacune del team lo dirò alla società”.
Lei viene dalla scuola slava che tanto ha dato a questa città e club…
“La stessa scuola e sono orgoglioso di persone di estrazione slava nella storia della Juvecaserta. Sono coraggioso e deciso per questo ho scelto di venire a Caserta, non mi spaventa la situazione. Ora dobbiamo pensare solamente a noi, non penso ancora alla sfida contro Capo d’Orlando. Ho trovato delle spiegazioni a quello che pensavo vedendo l’allenamento di ieri: Gaines che non fa comodo coi suoi numeri ma non è un giocatore scarso ma ho visto un ragazzo giovane e voglio vedere solo le cose positive, ho visto un atleta strepitoso. Howell ha potenziale enorme, ma deve capire le esigenze del gioco europeo e più precisamente in Italia”.
E che idea si è fatto di Young?
“Lui deve permetterci di essere gestito al meglio. Io ti do l’occasione per essere mio amico, ma se non va bene ‘mettet na fun ngann’ come si dice da queste parti”.
Ha parlato anche il presidente Carlo Barbagallo rompendo, per qualche minuto, il silenzio stampa imposto in questi roventi giorni: “L’interruzione del silenzio stampa vale solo per ora e continuerà fin quando non ci saremo assestati. Voglio ringraziare coach Molin per quanto ha fatto da noi in questi mesi, ottimo allenatore e grande persona. Markovski è stato scelto per le caratteristiche tecniche e caratteriali, chi meglio di lui ci può dare una sterzata davanti a questa situazione. Mercoledì c’è stato ratificato il problema dei lodi: Maresca è stato chiuso da giugno, Doornekamp deve avere 11mila, per quanto riguarda Jonusas abbiamo pagato una buona parte dei 107mila”.