Dalla trasferta in terra sannita ne è uscita fuori una Casertana da applausi, in grado di schiacciare la capolista nella propria metà campo per l’intera ripresa e che anche il risultato di parità non le avrebbe reso giustizia. Purtroppo nel calcio chi segna ha sempre ragione e il Benevento ha avuto dalla sua parte il fiuto del gol di Marotta, peraltro facilitato da una reattività difensiva della Casertana non proprio irreprensibile nello sviluppo dell’azione che ha determinato il vantaggio giallorosso. Alla fine tutti a elogiare la prestazione dei rossoblù con i tifosi casertani giustamente a ringraziare i propri beniamini per lo spettacolo offerto e la prova di attaccamento ai colori rossoblù.
Insomma, tutto bene per una squadra che, non dimentichiamolo, dopo tanti anni di dilettantismo si riaffaccia nel calcio che conta e che ha come obiettivo principale conservare la categoria raggiungendo i ”punti salvezza” il prima possibile. Poi tutto quel che viene sarà tanto di guadagnato. Diversamente da un Benevento costruito, invece, per vincere il campionato senza nemmeno passare per i play off. Eppure in questo clima di soddisfazione sportiva generale, fanno riflettere le parole di Lombardi al quale, senza tanti giri di parole, il fatto di aver vinto ai punti parafrasando il pugilato non gli ha restituito di certo il buonumore. E non sono mancate le frecciatine al tecnico Gregucci per non aver trovato ancora i giusti equilibri tattici, cambiando spesso modulo di gioco nonostante siano già trascorse dodici giornate di campionato. «Il tempo degli esperimenti è finito», frase che esprime, a mio modo di vedere, un desiderio di non accontentarsi di puntare a una salvezza tranquilla, magari condita da qualche exploit, bensì a far sì che la sua squadra diventi una delle protagoniste assolute del torneo. Lombardi è un presidente ambizioso e che di calcio ne mastica abbastanza e certe sue esternazioni non sono certo frutto del caso. Lui vuole di più perché sa che questa squadra può fare tanto, magari con l’innesto di un animale da area di rigore come quel Mazzeo, poco utilizzato a Benevento, il cui conciliabolo proprio con Lombardi al termine della gara di Coppa lascerebbe presagire almeno a un tentativo di portarlo all’ombra della Reggia. Difficile, però, che il Benevento molli la presa per rinforzare una diretta. Sì, proprio così, una rivale per la lotta per il vertice perché anche lo stesso tecnico giallorosso Brini ha giustificato il catenaccio della ripresa «perché avevamo di fronte – ha dichiarato a fine gara – una squadra costruita per vincere il campionato». Ora sotto con il Martina Franca. La strada è ancora lunga e il campionato non è certo finito a Benevento, anzi. Alla prossima