Benevento-Casertana di domenica sarà il personalissimo derby di Nicola D’Ottavio. L’atleta molisano ha indossato la maglia rossoblù nella stagione ’87-’88 realizzando 15 gol in trentadue presenza. Un’ottima media che gli permise di bissare il primo posto nella classifica marcatori ottenuto l’anno prima con il Barletta (e promozione in serie B). Per i falchetti fu una stagione balorda con Renna che subentrò a Liguori in panchina e salvezza ottenuta nelle ultime giornate. Istinto del gol, freddezza, un attaccante vecchio stampo che al Pinto se lo ricordano molto bene. “Arrivai con tanto entusiasmo – ricorda D’Ottavio, ma ben presto capì che non sarebbe stata una stagione facile. Sulla carta avevamo una rosa fortissima: Viganò, Maragliulo, Pancheri, Casaroli, Battara, ma senza un centrocampo all’altezza incontrammo parecchie difficoltà. Se avessimo avuto meno ingegneri e più operai sicuramente le cose sarebbero andate in maniera differente. Di Caserta conservo un ricordo molto bello perché fu un anno vissuto intensamente con i tifosi e una società che non ci faceva mancare nulla. Però al tempo stesso la Casertana rappresenta uno dei miei più grandi rimpianti perché avrei voluto vincere. L’anno dopo fui ceduto al Catania e non ebbi la possibilità di riprovarci. A parte questo rammarico ricordo Caserta con grande nostalgia perché mi sono trovato davvero bene. L’anno scorso quando tornò tra i professionisti fui particolarmente felice perché è una piazza che merita di stare nel calcio che conta.” Pronostici per domenica non ne fa, ma è sicuro di poter assistere ad una bella sfida: “Conosco bene anche Benevento essendoci stato per quattro anni e due campionati vinti. Come a Caserta hanno fame di vittorie e anche gli allenatori sono molto preparati. Mi aspetto un bell’incontro, aperto a qualsiasi risultato”. Oggi Nicola D’Ottavio è osservatore per un club di serie A. L’anno scorso ha lavorato per il Chievo Verona e in passato ha ricoperto anche il ruolo di ds non solo in Campania dove lo ricordano con tanto affetto: “Oggi per fare il direttore sportivo – prosegue – ci vogliono sponsor. I presidenti fanno tutto da soli e quando le cose vanno male pagano per tutti allenatori e direttori. Il livello medio italiano è calato. Oggi se guardiamo il girone C della Lega Pro a parte quattro-cinque club poi il resto sono davvero poca cosa. Questo sport è cambiato molto, rispetto a pochi anni fa mi diverto molto meno. Un forte in bocca al lupo a Casertana e Benevento, fanno parte del mio passato e rappresentano una tappa importantissima della mia carriera”.