Il momento bianconero è delicato, poche storie. La sconfitta incassata ieri a Bologna da una Virtus coriacea, battagliera ma decisamente alla portata della Juve ha aperto un primo squarcio. Tre partite, tre sconfitte: ultimo posto in classifica con Capo d’Orlando e Pesaro, squadra che non piace e lascia parecchi dubbi. Dubbi palesati anche dal giemme Marco Atripaldi che, nell’immediato post partita, ai microfoni di Goldwebtv, non ha girato intorno alle parole: “Abbiamo avuto un approccio alla partita veramente brutto soprattutto difensivamente – ha detto il giemme bianconero -. I problemi in attacco sono figli, appunto, di una difesa non all’altezza e questo aspetto si è visto in tutte le partite giocate finora”.
Gara con troppi alti e bassi, sempre sotto ma anche capaci di andare sul -3 con parecchi minuti ancora da giocare…
“Già nel primo tempo eravamo andati -15 e siamo rientrati sul -6 salvo poi prendere una bomba di Portannese; in questo momento abbiamo poca solidità mentale ed invece di chiudere sotto il primo tempo di 5-6 punti, siamo andati sul -13. I 15 punti di scarto sono stati la normalità, dunque, ma poi siamo rientrati in partita fino al -3; lì abbiamo fatto due difese inqualificabili prendendo anche un canestro da sotto”.
Eppure si poteva vincere contro questa Virtus…
“Non voglio togliere meriti a Bologna che ha giocato una buonissima partita ed ha basato questa vittoria su due elementi che a noi sono mancati completamente: l’entusiasmo, che loro hanno e si vede, e l’umiltà”.
Umiltà, parola chiave ed Atripaldi non ci va tanto per il sottile: “Attualmente non abbiamo umiltà. Su questo discorso ho parlato, in settimana, anche ai giocatori che evidentemente pensano di essere meglio di quello che sono; tutto questo significa dare poco al gruppo nel suo insieme – rincara la dose l’ex Biella -. C’è poca applicazione, spirito di sacrificio e poca difesa di squadra: questi dati sono veramente preoccupanti. Ora come ora basta un colpo di vento per creare un problema o per prendere dei parziali di 7-9 punti. In questo momento bisogna lavorare… e tanto. Siamo alla terza gente e la gente deve sapere che sono molto preoccupato. Se le cose non cambiano, dobbiamo pensare a soluzioni diverse”.
Chiosa finale sul partito cittadino che vorrebbe un cambio in panchina: “Quando la squadra gioca una partita come quella di Bologna, le responsabilità sono di tutti. A partire dal manager passando allo staff tecnico e ai giocatori… in particolare ai giocatori che devono cambiare atteggiamento. E’ un momento di difficoltà, per tanti motivi, e bisogna ricordare anche i problemi fisici ma questo non è un alibi o una scusa. Fare drammi o perdere la testa fa solo il gioco degli altri e non il nostro. Dobbiamo serrare i ranghi al nostro interno per provare a tirare fuori il meglio, anche dal punto di vista umano, in questi giocatori che faticano a stare insieme da un punto di vista tecnico. Dobbiamo provare a girare questa stagione: adesso abbiamo due partite consecutive in casa e dobbiamo vincerle. Una vittoria riporta sorriso e fiducia oltre ad aiutare a trovare una soluzione ai problemi”.