Venerdì di viglia, venerdì di parole in casa Juvecaserta a due giorni dalla delicata trasferta di Casalecchio di Reno contro la Virtus Bologna. Nella location della Sala Audiovisivi dei Salesiani, il coach Lele Molin ha incontrato la stampa per raccontare il momento dei bianconeri chiamati ad uscire dal fossato dell’ultima posizione in classifica dopo due giornate.
Che settimana è stata fisicamente e moralmente parlando?
“Fisicamente stiamo meglio, Young è sulla strada della totale guarigione. Ci sono degli acciacchi nell’allenamento di ieri ma non ci saranno problemi per Bologna. Moralmente stiamo abbastanza bene, non è colpita più di tanto dalla classifica, siamo sicuramente rammaricati per la sconfitta contro Brindisi. La settimana di lavoro è stata positiva, non siamo ovviamente al top”.
Rivedendo la sfida contro Brindisi, quale aspetto non ha gradito maggiormente?
“Molti si sono soffermati sull’aspetto offensivo che non ci ha permesso di capitalizzare gli errori di Brindisi; personalmente non mi è piaciuta la nostra difesa. Non possiamo essere competitivi se giochiamo una difesa così soft, poco attenta negli aiuti e con poca responsabilità negli ‘1vs1’. Devo inculcare ai nostri giocatori che devono avere un atteggiamento diverso in difesa. Comunque non era detto che con Vitali in campo avremmo vinto; certo, a Caserta possiamo battere tutti, ma Brindisi ha veramente una signora squadra e lo ha dimostrato”.
Quanto pesa l’assenza di Vitali?
“Michele ha applicazione ed abnegazione difensiva; ci manca veramente molto perché è il nostro giocatore italiano di riferimento anche in attacco. Ma non è un discorso dei singoli, è la squadra che deve capire che la vittoria si costruisce dalla difesa. La sua assenza ci fa ripensare a tutta la squadra: Gaines, da rookie, poteva partire dalla panchina e quindi non essere ‘abusato’ in campo”.
Si è parlato tanto dei 23 minuti di Gaines…
“Deve capire che la sua pericolosità deve essere utile alla squadra e ci vorrà del tempo per farlo entrare in questa mentalità. Riconosco di non aver distribuito bene i minuti suoi (anche per Tommasini e Mordente), cercavo però un quintetto difensivo e che facesse due passaggi. In quel momento pensavo che potessero farlo Moore, Mordente ed uno tra Young e Gaines, per questo l’ho utilizzato poco. In attacco ha fatto qualcosa, ma in difesa non è andato per niente bene”.
Ed Howell ha imparato la lezione brindisina?
“Ha fatto dei passi avanti e la sua settimana di lavoro è stata migliore rispetto al pre Brindisi. Però non possiamo mettere sempre in discussione i singoli, soprattutto se sono alla prima esperienza in Italia. Vediamo domenica se ha imparato; gli ho parlato, gli ho spiegato cosa non va ma gli ho ricordato cosa sa fare”.
Peggior attacco, pessime percentuali al tiro da 2, sempre sotto a rimbalzo. I numeri fotografano il momento…
“Le percentuali nascono da una selezione dei tiri che non è ottima. I rimbalzi li mettono insieme al discorso dei tiri: se c’è un buon tiro, siamo messi meglio a rimbalzo. Difensivamente quando i nostri lunghi sono coinvolti negli aiuti, le frecce arrivano da tutte le parti come disse il generale Caster; abbiamo responsabilità a fare tutti ‘tagliafuori’, a partire dagli esterni visto che i lunghi sono circondati quindi non è solamente colpa loro. Sicuramente Howell ha dato sensazioni non da gladiatore nell’ultima partita, ma tutto va collegato al loro degli esterni in difesa. Sono, comunque, numeri raccapriccianti”.
Le difficoltà della sfida contro Bologna…
“Dobbiamo andare lì con la consapevolezza di chi affrontiamo; non è più la Virtus della ‘stella’ o di Ginobili, ora hanno vestito la tuta dell’operaio. Loro sanno che, ora, con Caserta se la potranno giocare. Troveremo una squadra affamata perché sa che ogni partita è una battaglia; se non sappiamo queste cose, faremo fatica. Hanno delle qualità e sanno che possiamo essere una loro vittima visto il nostro momento. Noi dobbiamo, però, pensare solamente alla Juvecaserta e mettere a posto nella nostra casa”.
Quanto pesa partire da favoriti in questa sfida?
“Le sconfitte non fanno bene, la scimmia sulla spalla ce l’abbiamo e sono convinto che fin quando non troveremo una vittoria soffriremo. Non ci fasciamo la testa oltre misura. Dobbiamo essere capaci di andare in campo e giocare la nostra partita cominciando da una difesa degna di questo nome. Se iniziamo a pensare alla sconfitta entriamo in un tunnel e non possiamo permettercelo. A prescindere dal risultato, dobbiamo spaccarci sempre la schiena”.