Passeggiando per la zona dell’ex Saint Gobain di Caserta verso le 15,00 di un mercoledì, si scorgono dei giovani che felici e fieri si allenano, riproducendo schemi di gioco, simulando lanci, battute, eliminazione a volo e difesa, in un’atmosfera serena che si percepisce solo osservandoli. Sono i Rennets quei fanciulli che tre anni fa scendevano un po’ intimoriti nel” Diamante” avvicinandosi così al baseball, ora sono degli adolescenti, con lo stesso entusiasmo di un tempo, con l’amore per lo sport vero, senza alcun compromesso, alcuna emarginazione, ma vuole solo far crescere i suoi praticanti inculcandogli i valori più alti della solidarietà e dell’essere “gruppo”; un gruppo che non trascura nessuno ma che è pronto a tendere la mano, in segno di inclusione, ad ogni coetaneo che voglia “unirsi e giocare” con la maglia dei Rennets. Nello sguardo di questi ragazzi c’è la volontà, la gioia, il piacere di praticare uno sport, quello stesso sguardo che spingeva negli anni adolescenziali il grande Mennea, Nando Gentile e Manu Ginobili, che con pochi mezzi riuscivano dove altri ragazzi, con alle spalle società sportive “ricche”, fallivano, poiché mancanti di quel fluido magico chiamato”grinta”. Tra gli atleti emergono due adulti:Frankie Russo e Giuseppe Mele, che sacrificano il loro tempo libero per allenare, educare e formare i Rennets, mossi solo dall’ideale:”tutti possono praticare uno sport” e questo è il baseball. I nostri “eroi moderni”, Russo e Mele non si sono fermati neanche di fronte all’indisponibilità del nuovo campo da baseball, ma fiduciosi in una prossima soluzione, hanno ripreso gli allenamenti con i loro ”piccoli grandi uomini” i RENNETS; che come forza motrice hanno il motto “il baseball è uno sport per tutti”; in questa frase si riassume l’essenza di tale attività: sviluppo delle capacità logiche, coordinazione-armonia, crescita interiore e gioco di squadra.
Angela Maccauro