Una Juve in salsa agrodolce quella che esce dalla due giorni brindisina con un terzo posto, frutto di una sconfitta contro Sassari e di una larga vittoria, tra l’altro molto convincente, contro il Bnei Hasharon, squadra però non proprio al top del suo campionato. Due sfide diametralmente opposte ma che han avuto un denominatore comune in positivo, ed è la cabina di regia di Ronald Moore. Se è vero che forse questa squadra dipende e moltissimo dalle prestazioni del folletto di Philadelphia, è innegabile che con lui il campo le spaziature sono a dir poco perfette, c’è circolazione, c’è lettura sul pick and roll ed i lunghi sono coinvolti ed efficacemente innescati. Se poi il play confermato dopo la passata stagione riesce a dare continuità anche in quelle soluzioni sopraffine dallo step back e in penetrazione, davvero il colpaccio della Juve sarebbe averlo trattenuto con sè. Di sicuro quel bagaglio di esperienza accumulato l’anno passato potrà servire e dare manforte a questa crescita. Punto debole però è la mancanza di un vero e proprio sostituto, anche perchè Tommasini, complice probabilmente un imballaggio fisico più accentuato, che non ha garantito quella solidità che l’anno passato ne avevano fatto un punto di riferimento nel backup a disposizione di Molin. Coach a cui vanno fatti parecchi complimenti per come ha approntato la squadra in questo inizio di stagione, riuscendo ad integrare bene i nuovi in un sistema rodato e che può togliersi parecchie soddisfazioni. Bene la truppa americana, con Gaines mattatore più costante in entrambe le partite, puntuale nel farsi trovare in uscita dai blocchi e consapevole che può essere dominante partendo in uscita dalla panchina per cambiare ritmo e inerzia alle gare. Bene e in costante crescita Howell, che se continuerà ad affinare quel jump dalla media distanza, potrebbe rivelarsi un piacevole sorpresa, mentre Scott è un ottimo elemento di sistema, che magari andrebbe innescato meglio. Di Young è giusto parlare in separata sede: se è quello contro Sassari, che attacca anche in situazioni di 1 vs 3, a testa bassa, senza costruzioni, allora si può stare a parlare sì del suo talento, ma i benefici per la squadra sono minori rispetto ai danni. Se invece il discorso si sposta alla gara contro gli israeliani dove è la punta di diamante di un sistema oliato e che non può prescindere dal talento e dalla potenza dell’ex Grizzlies e Pacers, allora questa potrebbe essere la migliore presa americana degli ultimi anni a Caserta, sui livelli di due campioni come Colson e Jumaine Jones, che tanto fecero sognare la piazza con questa maglia. Capitolo italiani: Michele Vitali si prende la sufficienza anche se nella gara con Sassari ha bucato totalmente la gara, mentre nella seconda ha giocato sui suoi livelli, ma ha anche perso qualche palla di troppo con annessa ramanzina da parte del suo coach. Il talento c’è e la sua crescita è costante, lo si aspetta al varco. Bene Gigi Sergio, che ha avuto spazio solo nella gara contro gli israeliani ma si è fatto subito trovare pronto, segnando, mettendoci la sua energia e fisicità: una speranza che possa fattivamente essere il quarto lungo puro di questa squadra e che possa dare soluzioni importanti in situazioni limite come può essere un problema di falli per il suo titolare di riferimento, ovvero Scott, senza snaturare gli equilibri del quintetto. Su Michelori il giudizio è positivo perchè uscendo dalla panchina sa sempre portare la sua verve alla squadra e quello spirito battagliero che ne fanno un trascinatore. Mordente invece si ferma al varco, con un incredibile che va segnato negli annali, ovvero due gare consecutive senza andare a referto nel tabellino. Il capitano però va ben oltre i punti che recita il tabellino ed è quella classica figura di carisma che con i suoi consigli, la sua esperienza e anche pochi minuti sul parquet, può essere una guida sia per i giovani, ma anche e soprattutto per gli americani per renderli più affini alla pallacanestro di queste latitudini. E per queste doti il capitano è laureato summa cum laude. Ora viene il momento del torneo città di Caserta, che vedrà scontrarsi squadre che, Reggio Emilia a parte, sono tutte sullo stesso livello per la conquista dei posti playoff. Un banco di prova che vale la pena di affrontare al massimo delle possibilità continuando a lavorare e con un impegno sempre maggiore, perchè il potenziale di questa squadra è immenso e i margini di crescita sono incredibilmente esponenziali