Se il buongiorno si vede dal mattino, la prestazione della squadra bianconera nel torneo di Trapani è un viatico giusto per quello che potrà essere il campionato di Molin e soci. L’anno passato di questi tempi con una squadra rifondata ex novo e con tante scommesse, si stava a segnalare di come l’amalgama di gioco fosse inconsistente e di quanto si dovesse ancora lavorare. Quest’anno invece le prospettive sono totalmente opposte, con di fatto i tre innesti americani e il giovane Sergio a innestarsi in un tessuto già ben oliato e che sa cosa fare sul campo. La vittoria contro Capo d’Orlando, tranne per qualche piccolo blackout, è stata poderosa, quella contro Trapani, seppur formazione di Gold, è un buon banco di prova nell’indicare la giusta direzione, anche in vista di quello che sarà il debutto a Roma fra qualche settimana. Analizziamo nel dettaglio però le situazioni.
Pollice in su per la cabina di regia di Ronald Moore. Ora per chi ancora dalla passata stagione non era convinto delle doti del nativo di Philadelphia, la sua riconferma, ma soprattutto l’affidare in toto le chiavi degli schemi ad un giocatore che già conosce compagni ed ambiente, è qualcosa che gli permette di esprimersi al meglio. Un miglioramento in difesa e una maggiore confidenza anche nelle soluzioni individuali possono fargli fare un salto di categoria che lo renderebbe un idolo da queste parti, quasi come il suo “mentore” Sean Colson, che da queste parti ha scritto pagine importanti. Rimandato sui banchi Tommasini, che se sul campo può incappare tranquillamente in una giornata no, ha sempre avuto un atteggiamento fuori le righe, con qualche arrabbiatura di troppo: giustificato però dal fatto che ha gran voglia di fare, di dimostrare il pieno recupero dall’infortunio e che la sua crescita non può che essere verso l’alto. Sarà indispensabile il suo contributo.
Sugli esterni si parla poco di Michele Vitali, ma questo è il vero leader emotivo della squadra. La convocazione in nazionale è stato il giusto premio per un ragazzo che con umiltà e tanta dedizione sta divenendo uno specialista da ambo i lati del campo. Pur se ultimo tra gli aggregati, ha già dimostrato voglia coraggio e leadership, in questo aiutato anche dal suo omologo Mordente, che è uno spot vivente per la pallacanestro come divertimento e voglia di fare: e quando poi va on fire, il capitano diventa irrefrenabile. I nuovi hanno risposto presente al primo impegno. Gaines ha mostrato attitudine e spregiudicatezza, nonchè l’ottima mano che ci si attendeva. Scelte oculate, buon trattamento di palla e doti di duttilità che potranno dare a Molin ottime scelte a partita in corso. La sorpresa più gradita è Sam Young, che nonostante sia un veterano Nba sembra essersi calato al meglio nel ruolo: specialista difensivo, che in attacco sa prendere i suoi tiri e mandarli a bersaglio. Continuasse su queste medie (che gli sono valse il premio di mvp nell’ultimo torneo) sarebbe la più gradita scoperta per il campionato italiano.
Sui lunghi qualche segno rosso va invece sottolineato. Scott da numero 4, in quello che è stato il ruolo di Brooks convince, e i mezzi atletici e tecnici non mancano, si spera possa riuscire a tenere sempre alta la concentrazione e il suo livello di dinamismo, perchè la sua alternativa è Sergio, che si sbatte e lotta su ogni pallone, ma ha pochi minuti di A nelle gambe per poter essere subito pronto. Su Michelori può leggersi quanto detto per Mordente, mentre sul nuovo pivot Howell qualche dubbio, legato soprattutto ad un ritardo di condizione, può essere per il momento posto. Ha stazza e centimetri per essere un fattore, ma come sovente, i lunghi han bisogno di più tempo per farsi trovare pronti: verrà il suo momento, le premesse ci sono tutte…