“Ho perso le parole, eppure ce le avevo qua un attimo fa…” Potrebbe iniziare con la frase di Ligabue un commento classico di chi questa partita non l’ha vista, ma l’ha ascoltata alla radio, letta in commento diretto davanti a un laptop o peggio a un cellulare, di chi ha sofferto, è stato in trincea, perchè l’avversario era forte e non ha lasciato molto all’immaginazione, ma che alla fine ha ceduto. Ai rigori, come in quelle finali maledette o maledettamente appaganti, a seconda della prospettiva che si sceglie per guardarle. Potrebbe essere un must come la storica partita dell’Azteca del 70′ anche se forse non ha lo stesso appeal: Casertana-Crotone 4-3 (dopo i calci di rigore).
Nel raccontare una partita che non ha lesinato pathos, tipicamente adatto a descrivere le vicissitudini di una classica colonia greca, ci sovvengono in nostro aiuto alcuni riferimenti ben precisi: la mitica guerra tra Achei e Troiani, “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare e un film del (da poco) compianto Robin Williams, The Best of Times, in versione sportsman assieme a Kurt Russell. Andiamo con ordine però, e ovviamente partiamo proprio dalla pellicola del 1986: “Si può riscrivere la storia? si può dare nuova vita a un ricordo lontano, magari anche triste, per renderlo un nuovo presente e una nuova fonte di speranza?”. Il caso vuole che i falchetti indossino la maglia verde, un colore che ti fa credere e non poco, ma, senza citare l’araba fenice, la riscoperta di una grande Casertana che si fa largo anche al cospetto di una big del campionato cadetto, è qualcosa di davvero unico ed entusiasmante, che fa dimenticare o getta comunque un’ombra sugli anni dell minors in senso stretto. Football comes back home, avrebbero laconicamente parafrasato gli inglesi, maestri di spettacolo ma non avvezzi alle metafore. Ah si? William Shakespeare (o mr Marlowe, o lo spettro di una leggenda faustiana a cui diamo il nome del Bardo) potrebbe tratteggiare con le sue tinte argentate e vellutate e regalare alla collettività il titolo giusto per celebrare questa vittoria, e non dovrebbe nemmeno sprecarsi, perchè basterebbe il titolo di una delle sue opere più celebri: Midsummer’s Night Dream. Ma il Bardo fa di più, e quasi in simbiosi col ciclico tempo che accomuna la storia rossoblu, sembra punteggiare coi versi l’amore viscerale dei tifosi, anche oggi presenti in trasferta (“Una malattia che non va più via!!!” credo che avrebbe probabilmente cantato lo stuolo dei supporter): “Da quanto ho potuto leggere o udire di racconti e storie vissute, la strada del vero amore non è mai piana”. E’ il rimescolarsi di ricordi passati di un passato quasi remoto, che forse i più giovani non ricordano, riportano alla mente una storica vittoria in notturna, sempre in coppa Italia, anche se si era al Pinto, e a cadere era la mitica Fiorentina. Questa vittoria in terra calabrese andrà agli annali, forse chissà, davvero passerà alla storia, o forse dimostra che quando i riflettori sono accesi e la luna è ben alta nel cielo, il falchetto sa volare, planare e catturare quel che vuole. E se la curva dal canto suo rispondesse al grido d’amore della maglia rossoblu? Anche qui il Bardo risponde prontamente: E allora non è notte se ti guardo in volto, e perciò non mi par di andar nel buio, e nel bosco non manco compagnia. Perchè per me tu sei l’intero mondo. E come posso dire di esser sola se tutto il mondo è qui che mi contempla? Per le citazioni chiudiamo la pagina e dedichiamoci allora alla battaglia tra Achei e Troiani, celebrata da Omero (coincidenza altro autore di cui si dubita la reale esistenza). Non si tratta di toni epici della contesa, quanto invece di qualcosa che il campo e la tradizione impongono. Crotone è una colonia della Magna Grecia di sangue Acheo, che ha partecipato sempre in prima linea quando si è trattato di combattere. E anche stasera, impersonati nella squadra di mister Drago c’erano dei valenti condottieri, che han fatto di tutto per portare a casa il match. Di contro però c’era una squadra solida, granitica, che ha saputo soffrire, pungere quando doveva e che ha saputo resistere, con pazienza, attendendo il suo momento. La storia si può cambiare, forse Ettore, che in questo caso diventa Ermanno Fumagalli, riesce a guidare il suo popolo alla vittoria, forse non tutte le battaglie scritte nei libri sono andate così.
In guerra si contano i guerrieri caduti e Dezi da una parte e Cissè dall’altra non si sono certo tirati indietro, seppur costretti ad uscire neanche dopo 30′ di gioco. Lo stratega Gregucci, quasi già sapesse come si evolverà il match, inserisce Antonazzo regalando velocità alla manovra ma anche quel qualcosina in più in termini di copertura, ma che sa rendersi pericoloso. La punizione di Mancino fa pensare al gol, ma la palla esce di poco. Di Giorgio, vecchia volpe, prova a cogliere d’astuzia la difesa, ma spara a lato. Si va con la fanteria corazzata nella ripresa, almeno sul fronte crotonese, con Torregrossa che trova solo un super Fumagalli, davvero stoico (nella città cara ai pitagorici) nell’opporsi sull’incornata a botta sicura. Suciu è ispirato e serve assist ai compagni mal sfruttati, De Giorgio e Ricci si trovano sempre in qualche modo Fumagalli a sbarrare la via. La botta di Antonazzo che si stampa sulla traversa sembra essere un colpo di sfortuna lanciato dagli dei, ma le cose si equilibrano proprio a fischio finale, quando l’ennesima inzuccata di Torregrossa, ispirata dal neoentrato Oduamadi, va fuori di poco. Nei supplementari Fumagalli respinge di piede come può una conclusione ravvicinata del solito centravanti avversario, ma si va ai rigori. La tensione sale. Capitan D’Alterio è il primo a sbagliare,con Bajza che “balza sul pallone e lo blocca” ma sul rigore successivo, Salzano centra il palo e Alessandro (le coincidenze ritornano) insacca il pareggio. Ultimo rigore, la tensione sale: Torregrossa, l’eroe di mille battaglie, l’arma di mister Drago nella ripresa, il suo “Achille” calcia ma Fumagalli la para. Ettore ha sconfitto il Pelide piè veloce. E quando Chiavazzo trafigge per la quarta volta la porta crotonese la festa può iniziare. Grazie Casertana!!!