Solo un passo è quello che manca sul countdown del percorso iniziato quando la stagione scorsa era ancora in atto e che quindi tutti gli aficionados di Terra di lavoro sperano possa finire quanto prima nel corso di questa settimana appena iniziata. Una settimana che avrà come unico motivo di interesse non solo per i tifosi, ma anche per tutti gli addetti ai lavori, un solo obiettivo, un solo pensiero fisso: il centro titolare. Un pensiero talmente radicato all’interno della mente di tutti coloro che non possono fare a meno del bianco e del nero della palla a spicchi di Pezza delle Noci, da innescare una sorta di gioco e simpatico botta e risposta con il presidente Barbagallo che sulla propria bacheca di facebook interagisce in maniera scherzosa con tutti i tifosi con iniziali del presunto giocatore. Un modo di interagire anche con post simpatici e che hanno portato ad un maggiore feeling tra la proprietà e coloro che popolano le curve e tribune del Palamaggiò che forse in passato o meglio nel passato recente (le indicazioni temporali non possono andare troppo dietro nel tempo per la mancanza appunto dei social network) non c’era mai stato. Insomma un qualcosa che per rafforzare il legame con la città, ma soprattutto anche per provare a distogliere (impresa ardua) il pensiero dei tanti nei confronti dei pochi anche del solo nome che ancora manca. Un nome che dopo i tanti rumors che erano rimbalzati da un corridoio all’altro tra le stanze di basket mercato, sembra essere tornato avvolto da un alone di mistero che solo ed esclusivamente un cenno da parte della società potrebbe portare via. Un alone di mistero che ha al momento solo pochi indizi. Quello principale dal quale poi potrebbe derivare quello successivo è dato dalla firma nelle scorse settimane di Young. Un colpo da novanta senza tanti giri di parole e che con ogni probabilità sembra aver portato la Juve a modificare o meglio cambiare i fattori delle carte in tavole e sulle quali lavorare. Già perché tra le mani in quel di Las Vegas ed Orlando il general manager Atripaldi aveva un doppio fogliettino con indicazioni da seguire. Da una parte quello in cui provare a scrivere o quello dal quale provare a scegliere una small forward giovane e su cui scommettere ed un centro esperto che dia sostanza, rimbalzi, difesa ed anche qualche punto, oltre ad un segno distintivo importante: l’aver giocato già in Italia. Dall’altra parte un altro fogliettino in cui scrivere o provare a portare a casa l’esatto contrario. Quindi una small forward affidabile, non una scommessa, preferibilmente con esperienza europea, o nel caso un vero e proprio pezzo da 90 al fianco del quale provare a seguire la rotta dei lunghi giovani iniziata lo scorso anno con Cameron Moore e che solo un infortunio al ginocchio ha impedito alla Juve di poter provare ad intavolare a fine anno un discorso molto siile a quello dei vari Moore, Vitali, Scott etc etc (e questo anche per tutti gli eventi che si susseguirono nel corso della parte di stagione immediatamente dopo Varese in casa). Alla fine la storia recente del mercato bianconero, ha dimostrato come a prevalere anche e soprattutto per merito del colpo da novanta, sia stato proprio questo secondo fogliettino ed idea. Ed allora le indicazioni portano ad un pivot su cui scommettere, un pivot sul quale investire più che tanti ‘denari’, la voglia di voler prevalere assieme e di correre assieme verso traguardi lontani con la classica ‘bava alla bocca’ di chi vuole emergere e lo vuole fare nel miglior modo possibile: stupendo e strabiliando in campo.