Operazione Usa, la Juve a caccia di due giocatori



Il gm Atripaldi
Il gm Atripaldi

E’ stato un weekend di transizione anche negli Stato Uniti, quello che è andato in archivio con poche news di rilevanza e solo qualche piccolo rumors sparso per lo stivale cestistico. Lo stesso che in rappresentanza al di là dell’oceano è formato da agenti, scout, general manager, coach e quant’altro, ha dovuto cambiare location e fuso orario passando dalla costa Est a quella Ovest; dal caldo ma non caldissimo della Florida a quello cocente del deserto di Las Vegas mitigato solo ed esclusivamente dall’aria condizionata degli impianti in cui giocare, dagli alberghi e per chi vuole rilassarsi un po’ tentando la fortuna, nei vari casinò che sono all’ordine del giorno e ad ogni angolo di una città che vive per il gioco d’azzardo. Un passaggio dovuto per assistere alla seconda parte del viaggio, per assistere alla seconda parte della kermesse a stelle e strisce e a quel secondo round in cui essere protagonisti per provare a tornare a casa con in mano le pedine che si cercava. Di pedine tra le mani da cercare, Marco Atripaldi ne ha solo ed esclusivamente due: un esterno che possa ricoprire prima di tutto il ruolo di ala piccola ed un centro titolare. Due ruoli fondamentali per chiudere il quintetto voluto e disegnato di volta in volta da coach Molin e dal suo braccio destro in queste situazioni di mercato, appunto il Gm Atripaldi. Un quintetto che nella giornata di ieri ha festeggiato anche il compleanno di Ronald Moore che dai salotti della Grande Mela dove ha trascorso il suo giorno speciale con amici e parenti, di sicuro avrà sentito o dato un’occhiata dopo gli ultimi avvenimenti. Di sicuro quello più seguito sarà il nome di Frank Gaines. L’ex giocatore della D-League e natio della Florida, infatti, dopo aver concluso la prima parte di questa Summer League americana in quintetto nelle quasi vicinanze da casa e dove però non è mai stato sopra le righe e non certo per sua inoperosità, ma con ogni probabilità per la questione legata ad un contatto già firmato e nome che è finito si sui taccuini ma con una data differente e posticipata di un anno, ha dovuto cambiare città e maglia. Dai Pacers agli Heat, da Orlando a Las Vegas, dove l’odore della Nba forse è molto più forte. A comprovarlo è il fatto che lo stesso Gaines che nemmeno qualche giorno prima aveva giocato almeno una ventina di minuti di media, nella sua prima partita con la maglia della selezione dei vice campioni Nba, ha totalizzato solo ed esclusivamente nove minuti, essendo uno degli ultimi ad essere chiamato per entrare in campo. Pochi, anzi pochissimi per esprimere il proprio talento, cosi come dimostrano i tanti errori ed il solo punto dal campo dalla linea della carità (0/4 totali e 0/2 dalla lunga distanza). Un esordio nella città delle luci che lascia un po’ di agrodolce in bocca anche se prevedibile. Ed allora l’ex Maine di sicuro avrà chiesto qualcosa al suo nuovo general manager in riferimento a quelle che saranno le manovre del futuro e di riflesso del valore della squadra in baso a quanto manca. Di sicuro Marco Atripaldi lo avrà rassicurato anche solo con l’idea di provare a seguire il rumors legato ad Omar Thomas, che però nonostante i giorni non prosegue nella sua crescita di intensità e volume di attenzione. Ma da solo potrebbe bastare, considerato che l’attenzione dei bianconeri nei confronti di un giocatore esperto e di valore come Thomas, dimostra la bontà delle intenzioni di una squadra che vorrebbe mettere in campo tra Gaines e Scott un giocatore esperto e di livello alto per la categoria. Il tutto, poi, porterebbe a pensare ad un centro rookie, ad un ragazzo alla Moore e che possa essere una nuova scommessa su cui puntare come nella prossima stagione con una differenza sostanziale, che alla base della scommessa ci sarà un livello di esperienza maggiore e tale da rendere meno azzardata la stessa, anche se l’affare verrebbe chiuso in quel di Las Vegas.




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