«Ho scelto Caserta perché è una grandissima opportunità per la mia carriera, una grandissima opportunità per tornare nel massimo campionato di pallacanestro italiana, oltre a quelle opportunità che in genere ti capitano non spessissimo e che quindi devi cogliere al volo». Queste le prime parole, questo il primo commento di Luigi Sergio dopo la firma che lo porterà a vestire nella prossima stagione e quella ancora seguente, la maglia della Juve. Una sorta di dejavu, un replay di quanto era accaduto due stagioni or sono quando il suo nome venne inserito all’interno del roster bianconero da coach Pino Sacripanti dopo tanti mesi di duro lavoro in allenamento in quella che fu la versione tutta ‘bianca’ e quasi totalmente italiana di una Caserta ad un passo dallo stupire tutto e tutti. In mezzo? Un anno a Forlì in Gold, un anno in cui coach Galli gli ha affidato il campo nella serie cadetta dei nostri campionati e con il quale l’ex Maddaloni è cresciuto fino a tornare alla casa base con una ‘confidenza’ ed una esperienza importante in più. Il resto è storia, ma soprattutto frutto ancora del lavoro, degli allenamenti e del sudore che Sergio ha riversato ancora sul legno del Palamaggiò nei momenti iniziali di questa nuova stagione con allenamenti con il nuovo staff guidato ovviamente da Lele Molin, che cosi come Sacripanti, ne ha subito apprezzato il valore sui ventotto metri di campo e la dedizione in quelle ore di lavoro dove il timoniere mestrino cerca solo ed esclusivamente concentrazione, attenzione e ricerca dei particolari.
Tra i corridoi di radio mercato il tuo nome tra le due fazioni della Legadue era molto gettonato. Non deve essere stata una scelta facilissima…
«Di sicuro c’era la possibilità di altre scelte e situazioni molto più facili da giudicare, ma a me piacciono le sfide, ma soprattutto arrivare a degli obiettivi con il lavoro e la voglia di migliorarsi. Io penso che di lavoro ne devo fare ancora tanto, ma alla fine quando mi è stato concesso di poterlo fare ai massimi livelli e con uno staff tecnico di altissimo livello come ho potuto constatare dai primi allenamenti di questa off season, allora non ho tentennato».
Cosa ti aspetti?
«Al momento niente di niente. Non voglio ne pensare a delle aspettative, ne pormi dei traguardi o situazioni del genere. Quello che voglio è scendere in campo dal primo giorno di raduno e lavorare. Poi si vedrà».
Di sicuro i due anni di contratto sono un’indicazione non da poco della voglia della Juve di guardare avanti anche nei tuoi confronti…
«Questo è il mio auspicio. Tutto dipenderà da me, da quello che potrò e saprò fare in questa stagione. Il concetto, però, torna ad essere quello di prima: non voglio aspettarmi niente di particolare, ma voglio solo concentrarmi sul lavoro che ci sarà da fare e sul migliorarmi giorno dopo giorno nel dare una mano alla Juve nel corso della stagione».
Guardandoti come giocatore, cosa senti di diverso dal primo Luigi Sergio e quello di oggi? Cosa ti ha dato l’anno a Forlì?
«Confidenza. Confidenza con questo ambiente e livelli. Quando mi avvicinai la prima volta alla Juve e alla serie A ero un ragazzo che veniva dalle categorie inferiori e che non aveva nessun tipo di contatto con questo mondo ed ero indietro su tutto. L’esperienza con Caserta prima e quella a Forlì poi, mi ha dato quella confidenza in più con la quale proverò a ripresentarmi quest’anno».