Una passo dopo l’altro, un tassello dopo l’altro e il puzzle della nuova Juve prende forma anche sotto punti di vista diversi da quelli tecnici. Già perché se per quanto riguarda il campo il tutto è ancora da definire con tre pezzi mancanti sullo scacchiere di Molin, a prima vista il conto e la conta fatta dalla dirigenza e della società di Pezza delle Noci – basata ovviamente su quelle che erano le sicure indicazioni e contatti – sempre essere arrivata, al momento, al suo capolino. Dopo l’ufficiosità, infatti, tante volte sbandierata ai quattro venti e che tante volte aveva fatto gioire i tifosi di terra di lavoro e riguardante la conferma come sponsor della Pasta Reggia, nella nota stampa di qualche giorno fa è giunto al capolino con tanto di firma, anche l’accordo che porterà sulle canotte e quindi sulle nuove uniforme della Juve anche un altro marchio quello delle acque Santagata. Un connubio che risolleva giusto quel tanto che basta per capire che almeno nei confronti di coloro che hanno voluto ascoltare, il messaggio fornito dai vari Atripaldi, dai vari Barbagallo, Iavazzi e da tutta la squadra durante la scorsa stagione, è giunto in maniera forte e chiara. Non allo stesso modo nei confronti di chi ancora una volta ha voluto usare gli stereotipi della crisi o degli scheletri negli armadi di una società sportiva, e che li ha usati ancora una volta come scudo per rispedire al mittente tutte le richieste di partnership economica partite da Pezza delle Noci. Ma le guerre si vincono una battaglia per volta e stando a quanto visto fino a questo momento la Juve ne ha già vinte due e posti due vessilli importantissimi nel proprio cammino di creare una base societaria o di sponsorizzazioni tale da non dover più pensare ai problemi di budget o di soldi da mettere in esclusiva tra lo stesso Iavazzi e Barbagallo. Un doppio colpo che può essere, dunque, anche un piccolo vanto per la società casertana, che dal buio più totale è riuscita non solo a far intravedere il tunnel, ma anche avvicinarsi a quella luce che tanti sperano che possa essere agguantata nel corso di questa stagione. Speranza ben annotata e messa in evidenza nella sua conferenza stampa da parte dell’azionista di maggioranza Lello Iavazzi che nel parlare alle telecamere ed ai taccuini della stampa casertana qualche settimana fa, ha evidenziato che lo stato attuale della società bianconera, non può certo persistere in eterno, ma che servono degli aiuti e degli interventi di partnership tali anche da rendere meno pesante l’impegno che i due salvatori bianconeri, hanno profuso per riportare Caserta e la Juve ad alzare la testa. Lo stesso che dal punto di vista del campo ha fatto il giemme Atripaldi ed il coach Lele Molin. Una copia che nella scorsa stagione è arrivata ad un paio di canestri di distanza da una qualificazione playoff che avrebbe avuto dell’incredibile per il tasso di esperienza della squadra, ma soprattutto per il fatto di averla assemblata partendo solo ed esclusivamente dal duo Michelori e Mordente. Tutto il contrario di tutto per questa stagione, quando il numero minore da cui partire non era quello dei confermati, ma quello dei mancanti ancora all’appello. Un numero che potrebbe essere già tra qualche giorno inferiore ai tre previsti sulla tabella di marcia di Marco Atripaldi che da mercoledì è negli States per presenziare al solito appuntamento della Summer League, parlare faccia a faccia con Gaines, provare a portare a casa le altre pedine mancanti, ma soprattutto provare a spingere sull’acceleratore per il rumors che legava la Juve al nome di un giocatore esperto e di valore come Omar Thomas.