Guardare al futuro; un’affermazione, un pensiero ed un modo di fare che fino a poco tempo fa, apparteneva il giusto ai canoni del club di Pezza delle Noci. Un giusto che negli ultimi anni era rappresentato solo ed esclusivamente dal chiudere la stagione in corso, evitare di chiudere anche baracca e burattini (specie dopo quella di due anni fa) e gettare le basi, solide o non solide, per la nuova avventura. Insomma quello che forse in molti definiscono non andare oltre il proprio naso o fare il minimo indispensabile, anche se poi lo stesso minimo indispensabile era tenere nella stessa frase lo sport con la palla a spicchi ed il nome della città di Caserta, che non è mai poca cosa. Non quest’anno. Non per il duo che si è messo al capo del progetto bianconero in maniera definitiva negli ultimi due anni, non per Raffaele Iavazzi e Carlo Barbagallo. Con il loro avvento in maniera forte e decisa, infatti, l’asticella del futuro del basket casertano è tornata a spostarsi più in là del semplice campionato successivo, è tornata ad essere considerata come oggetto di attenzioni ed energie economiche profuse. Ma come tutte le cose ha necessitato di tempo, ha necessitato di un punto di partenza, da una sorta di anno zero dal quale creare ancora una volta dei consensi e delle sinergie sul territorio che nel tempo si erano perse a differenza invece di quanto avveniva in passato quando il punto focale delle attività giovanili era solo ed esclusivamente la Juvecaserta, se si parlava di un basket e di una prospettiva di un certo livello. Una considerazione che negli anni è andata scemando per vari motivi e per varie situazioni di rinascite e strettezze economiche che sono state definitivamente eliminate nel corso degli ultimi due anni. Due anni in cui la prima squadra, la LegaA ed i beniamini del popolo casertano hanno sempre rappresentato il primo punto all’ordine del giorno, ma anche quello necessario per fare da tramite e da traino verso quello successivo che la proprietà juventina, mira a far diventare come il principale oggetto dell’attenzione: il settore giovanile. Prima l’Accademy, poi Enzo Esposito. Due passi che possono sembrare a prima vista ‘normali’, ma che nascondo un’importanza capitale che solo nelle grandi piazze che di giovanili – stile la stessa Juve ai tempi che tutti conoscono e che ha prodotti giocatori che altrettanto tutti conoscono – se ne intendono comprendono fino in fondo. Un’importanza non solo cestistica, ma anche monetaria, considerando i tanti zeri che si debbono al momento pagare per i parametri di giocatori italiani altrui. Zeri che potrebbero essere risparmiati ed investiti in altro modo nel futuro sia sullo stesso settore giovanile, che sulla prima squadra. Certo anche tale risparmio è un concetto che non vive solo ed esclusivamente nel presente o nel pensiero che dalla sola provincia di Caserta possano tornare i nuovi Enzino Esposito o Gentile. Nemmeno all’epoca lo si poteva pensare cosi come trova spiegazione il livornese e casertano di adozione Sandro Dell’Agnello. Le basi sono state poste e sono anche solide con il ritorno della Juve al centro della città di Caserta con l’ accordo con i salesiani. L’Accademy sarà di nuovo il centro nevralgico del basket giovanile della provincia ed intanto i tentacoli della Juve si stanno allungando anche altrove per garantire quel tocco di ‘presente’ sin da subito. Lo scorso anno si è partiti con Vitali e Tommasini come idea diretta per la prima squadra, quest’anno il discorso va un po’ più in basso e riguarda anche l’ Under 19. Stando ai rumors di basket mercato, infatti, sarebbero tanti i contatti del team del presidente Barbagallo con giovani interessanti in tutta Italia (non un caso gli accostamenti del club di Pezza delle Noci ad uno dei talenti più puri a livello giovanile della Virtus Siena, Oliva, che nella scorsa stagione ha assaporato persino l’America), rumors confermati dalle stesse parole del numero uno bianconero in occasione della giornata con Radio Deejay: «Noi puntiamo sui giovani, puntiamo sul futuro e puntiamo su quelli italiani». Parole che aprono definitivamente le porte della Juve all’interno del mondo del reclutamento giovanile, un tuffo nel passato che riempie il cuore di gioia.