Bonavolontà saluta: “Grazie al Gladiator sono divenuto un uomo”



Alessio Bonavolontà
Alessio Bonavolontà

L’ultima mazzata di una stagione a dir poco travagliata è giunta nella tarda serata del 20 maggio. Dopo sette anni di un legame profondo ed inverosimile con il Gladiator, Alessio Bonavolontà ha accettato la proposta della Nerostellati Frattese. Un addio, che molti sperano sia solo un arrivederci, che ha spiazzato un ambiente come quello di Santa Maria Capua Vetere, segnato già dai mille problemi che attanagliano la realtà calcistica sammaritana. Che rischia di scomparire se continuerà a persistere quest’alone di incertezza sul futuro. Una instabilità che ha regnato per tutto l’anno nell’impianto di via Martiri del Dissenso ed ha spinto il sammaritano dagli occhi a mandorla, così come più volte è stato ribattezzato in articoli giornalistici, a prendere la dura decisione di interrompere il proprio rapporto con il club della propria città natale. Ebbene sì, dopo sette anni Alessio ha potuto prendere lui stesso la decisione di rimanere o no al Gladiator. Ingiusto dire che lui, in questo settennale, è stato imprigionato da un contratto firmato con Alfonso Salzillo, in quanto ad Alessio ha fatto sempre piacere rimanere al Gladiator in queste stagioni, però forse qualche anno fa avrebbe fatto scelte differenti. Soprattutto quando, all’epoca della gestione Luce, fu notevole la pressione dell’Arzanese per accaparrarselo. Un breve tragitto, in direzione del club che tuttora milita in Seconda Divisione di Lega Pro, che non fu reso possibile a causa di una richiesta economica ritenuta esorbitante (si parla di 10.000 euro ma non siamo certi di questa somma). Un contratto che sarebbe scaduto solo al compimento del venticinquesimo anno di età, ma ad anticipare i tempi ci ha pensato Maurizio Gaudiano. Al momento di consegnare le chiavi del Gladiator nelle mani di Antonio Russo lo scorso novembre, l’ex presidente sammaritano infatti ha firmato il famoso documento, denominato articolo 108, che permette ad ogni calciatore di svincolarsi automaticamente alla conclusione del campionato. Così dopo una vita in neroazzurro, Bonavolontà ha avuto la facoltà di decidere ed ha dato un taglio netto al passato, trovando subito l’intesa con il club di Frattamaggiore. Ma sette anni non si dimenticano in un batter di ciglio. Intercettato mentre si apprestava ad andare a pranzo, il promettente mediano classe ’90, cresciuto nella Juve Sammaritana e formatosi tra Real Azzurri, Pisa e Virtus Alba San Nicola, si sofferma ben volentieri su tutti gli argomenti che riguardano il suo passato, il presente ed ora il futuro che lo vedrà vestire una casacca di colori e loghi diversi, sperando che possa spiccare il volo verso il calcio professionistico.

L'esultanza di Bonavolontà  (foto: FotoNando)
L’esultanza di Bonavolontà (foto: FotoNando)

Dopo 7 anni finisce il tuo legame con il Gladiator. Ti dispiace lasciare la squadra della tua città?



Dispiace lasciare la squadra della mia città, con cui ho collezionato tante presenze ed ho raggiunto importanti traguardo, soprattutto quando c’è stato Lazzaro Luce, con il doppio secondo posto prima in Eccellenza e poi in Serie D. Quest’anno avremmo dovuto disputare la Tim Cup, ma purtroppo questo sogno per il popolo sammaritano non si è potuto avverare a causa della mancanza dei soldi. Comunque credo che sono stati sette anni che mi hanno segnato tanto, mi hanno fatto diventare la persona che sono adesso”.

Delle sette stagioni, questa è forse la più brutta per la città di Santa Maria Capua Vetere che è retrocessa?

Mi dispiace per com’è stato l’ultimo anno. Un campionato che non è stato dello stesso livello dei precedenti ma che avrei voluto concludere in maniera migliore. Comunque sapevo che prima o poi avrei lasciato, ma mai avrei voluto che finisse così, con una retrocessione. Mi aspettavo di non chiudere così, ma ora ritengo sia giunta l’ora di voltare pagina.

La salvezza era un traguardo davvero impossibile da raggiungere senza uno staff societario?

Pensavo di potercela fare, ma troppe sono state le cose negative che hanno portato ad un epilogo del genere. Se abbiamo avuto la possibilità di sperare nella salvezza, bisogna ringraziare i tifosi che di tasca loro hanno cercato di pagare ogni spesa. Instabilità economica causata dai burattini che ci hanno portato alla rovina: un peso che i giovani non possono sopportare e che hanno fatto sì che la retrocessione fosse inevitabile.

Bonavolontà nella stagione 2008-2009
Bonavolontà nella stagione 2008-2009

Ora inizia la tua esperienza con la Nerostellati Frattese, che anche negli anni passati ti aveva cercato. Quando ci sono stati i primi contatti e quando è stata raggiunta l’intesa?

Già a dicembre, mi avevano chiesto di trasferirmi lì. L’intento era quello di scendere in Eccellenza ed iniziare già a programmare la nuova stagione d’Interregionale, in quanto a Frattamaggiore già erano convinti di vincere il campionato (così poi come è avvenuto). Per il ruolo di responsabilità che ho rivestito quest’anno, da capitano del Gladiator, decisi di rimanere a Santa Maria Capua Vetere e finire la stagione per il bene del Gladiator. Purtroppo non è andata come nelle mie aspettative e, nella settimana dopo la partita con il Bisceglie, abbiamo avuto il primo contatto. Sono seguiti diversi colloqui con i dirigenti, la presidenza, il tecnico Grimaldi che mi hanno fatto sentire subito importante.

Anche altre squadre ti hanno richiesto?

Diverse altre compagini mi hanno contattato ma per correttezza non voglio divulgare i nomi. Ovviamente negli anni passati, il mio accostamento più importante è stato con l’Arzanese nella stagione 2011-2012, nel primo anno di presidenza Luce. A causa del contratto che mi legava al Gladiator non ho avuto la possibilità di decidere. Questa è la cosa che mi fa più male ed il mio rimpianto che mi porto appresso già da qualche tempo. Allora avevo ventuno anni ed avrei potuto giocarmi altre carte in Lega Pro. Sono treni che passano una volta nella vita ed è difficile che ripassino. Ma io sono dell’opinione che bisogna trarre il meglio da quello che ha. Bisogna sempre credere in qualcosa ed io non smetterò mai di professare il sogno che ho fin da piccolo, ora la Frattese mi può aiutare a raggiungere quello che cerco.

Non cambi categoria, perché sarà sempre Serie D, ora quali sono le tue ambizioni con la maglia nerostellata? 

Entro a far parte di una squadra che non parte con l’ambizione di vincere, ma vuole divertirsi al ritorno in Serie D. Sarà una compagine composta da 6,7 atleti esperti a cui si aggiungeranno giovani importanti, agli ordini di Teore Grimaldi.

Alessio Bonavolontà
Alessio Bonavolontà

Con il Gladiator 144 presenze in sette stagioni, quali sono i momenti più belli che ricordi?

L’annata in cui ci siamo sfasciati ma abbiamo raggiunto lo stesso la semifinale di Coppa Italia a Caserta, dove pareggiammo con una selezione giovanissima. Poi la stagione con mister Mazziotti quando realizzai parecchi goal; senza dimenticare i due anni di Lazzaro Luce, in cui abbiamo raggiunto la finale dei play-off nazionali contro il Messina e, dopo aver acquistato il titolo, siamo tornati da matricola in Serie D.

In sette anni sei passato dalla gestione Salzillo alla presidenza Luce fino all’instabilità di quest’anno. Un giudizio sulla tua esperienza settennale?

Tanto è cambiato in questi anni. All’inizio avevo quel timore di allenarmi con gente più navigata di me, ero a contatto con persone di grande esperienza. A Santa Maria Capua Vetere sono diventato un uomo, ho toccato il fondo e sono ripartito. Ho vissuto anni difficili in cui i calciatori non avevano alcuna certezza, come quest’anno che è stata una stagione allo sbaraglio, a causa di persone che etichettare incompetenti è un elogio”.

Un saluto ai tifosi che ti hanno sempre venerato e ti sono sempre stati vicini?

Ringrazio tutti quanti, quelli che hanno il Gladiator nel cuore, che hanno sofferto ed hanno gioto con me. Ringrazio coloro che mi hanno lodato e quelli che mi hanno criticato, poiché le critiche sono utili alla mia crescita. Auguro il meglio alla piazza di Santa Maria Capua Vetere, con la speranza che entri in società qualche personaggio che possa portare stabilità. 


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