Nove anni a Caserta, due a Bologna (sponda Fortitudo), NBA con i Toronto Raptors, Pesaro, Pistoia, tre anni a Imola, Udine, Roma, Capo d’Orlando e nel mezzo Gran Canaria, Scafati, Murcia, Casale, Gragnano e Ozzano. Quindici maglie in quasi trent’anni di carriera. Più di 8000 punti solo in A1. Uno scudetto e una Coppa Italia gli unici trofei vinti di una carriera che gli ha dato decisamente meno di quanto meritasse. Enzo Esposito, ‘El Diablo’ è tornato a casa. Riparte da dove aveva iniziato esattamente trent’anni fa. Giovanissimo fu lanciato da Franco Marcelletti in quella Indesit che si stava affacciando al grande basket. Guardia tiratrice spesso immarcabile, Esposito è stato il primo italiano ad andare in doppia cifra in una gara di NBA (18 punti contro i Knicks nel 1996). Torna in Italia e indossa la canotta della Scavolini Pesaro. Un anno e mezzo con alterne vicende quindi è a Pistoia prima di approdare a Imola, praticamente la sua seconda casa. In biancorosso ritrova quel Cristiano Fazzi che lo ha visto crescere ogni pomeriggio ai tempi di Caserta. Il ’99-2000 a livello personale è la stagione migliore: 933 punti segnati con una media di oltre trentuno a partita. Nell’estate 2001 si lascia convincere dal gm Sarti accettando la proposta della Snaidero Udine. In neroarancio ritrova il ‘gemello’ Gentile, ma le cose ben presto non funzioneranno e dopo diciotto gare si trasferisce in Spagna al Gran Canaria. Torna nella ‘sua’ Imola e gioca in A2 anche con Scafati prima di accettare l’offerta della Virtus Roma. Una vera e propria apparizione: tredici gare e nuovamente in Romagna, giusto in tempo per sfidare (e asfaltare a Castelmorrone) la Pepsi Caserta. Cinque partite al Murcia poi sì allo Junior Casale. Conclude il 2006 in Lega A con l’Orlandina. Nel 2006-2007 è in B1 con il Gragnano, ma disputa appena 13 gare. L’anno successivo è ad Ozzano dove rimane fino al 2009 quando la sua carriera di cestista sembra al capolinea. Decide allora di diventare allenatore e riparte da Trento (la vecchia B2). Quindi stagione poco fortunata ad Agrigento retrocedendo dalla A dilettanti e a quasi 45 anni gli si prospetta l’opportunità di tornare a ‘bruciare’ la retina. Imola (sempre lei) gli offre il ruolo di allenatore-giocatore nella serie A Gold. L’esperienza si conclude prima del tempo e quando la dirigenza bianconera pensa a lui per un ruolo tecnico all’interno della futura Juve non può proprio rifiutare. Bentornato a casa Enzino…